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Welfare trentino: "Serve cambiare passo''. A Trento dagli ordini sanitari al terzo settore per lanciare un messaggio alla Pat: ''Coinvolgeteci''

Sono state moltissime le persone che hanno deciso di partecipare all'assemblea che ha visto protagonisti il mondo socio sanitario trentino, le consulte, gli ordini professionali fino ai partiti per unire le forze e elaborare nuove idee e proposte per salvare il welfare trentino 

TRENTO. Unire le forze, confrontarsi, per trovare idee e proposte nuove che possano in qualche modo aiutare il welfare trentino. Ma anche lanciare un messaggio chiaro a chi ha il ruolo di decisore, la Provincia: serve un cambio di passo, serve riportare al centro il cittadino e i suoi bisogni. Sono questi alcuni degli obiettivi descritti nel corso dell'importante assemblea che si è tenuta questo pomeriggio al Palazzo della Regione. Un incontro con tantissime persone che, in maniera trasversale, hanno rappresentato il mondo socio sanitario trentino. Dalle consulte, a partire da quella della Salute, agli ordini medici, al mondo del terzo settore, quello dei sindacati fino ad arrivare ai partiti politici.

Il Trentino nel corso degli anni ha saputo costruire un sistema di inclusione che ha garantito benessere diffuso e coesione sociale. Lo dimostrano, fino ad oggi, i lusinghieri piazzamenti della nostra provincia nelle diverse classifiche nazionali. Il welfare territoriale nelle sue molteplici componenti (politiche sociali, sanitarie, abitative, politiche del lavoro e per le famiglie) rappresenta da sempre un investimento imprescindibile per il consolidare questi standard e per sperimentare, anche in forza delle possibilità offerte dall’Autonomia speciale, soluzioni innovative di fronte a sfide che, di volta in volta, minacciano i nostri livelli di benessere.

Oggi la pandemia, l’invecchiamento della popolazione, la contrazione della natalità, l’aumento delle disuguaglianze, delle povertà e del lavoro instabile e precario e le conseguenze ormai visibili dei cambiamenti climatici ci dimostrano ogni giorno quanto il nostro welfare sia fragile, a fronte di sempre più forti pressioni sul sistema sanitario e di protezione sociale che mettono a rischio una delle fondamenta del Trentino. Queste sfide, è stato spiegato da più voci nell'assemblea che si è tenuta oggi, e le trasformazioni necessarie ad affrontarle, in termini di maggiore prossimità, prevenzione, innovazione, digitalizzazione e personalizzazione delle cure nei servizi sanitari e socio-sanitari, non possono essere vinte con politiche di piccolo cabotaggio, slogan o misure spot dal fiato corto. Serve al contrario una strategia condivisa promossa dal Governo provinciale dentro la quale tutti gli attori del welfare possano riconoscersi. In particolare la sanità trentina sembra in crescente difficoltà nel far fronte ai bisogni di salute della popolazione, e mancano risposte adeguate tanto negli ospedali, quanto sul territorio e nelle Rsa. È solo grazie al prodigarsi dei lavoratori della sanità e del sociale se il sistema socio sanitario trentino ancora sta reggendo.

“Il tema della sanità – ha spiegato Renzo Dori, presidente della Consulta provinciale della Salute – è quello che più riguarda principalmente i cittadini. Con questa nostra assemblea vogliamo riportare questa attenzione sul cittadino che oggi soffre di carenze, di inefficienze e di vuoti”. Per il presidente della Consulta bisogna riportare la sensibilità e creare uno spazio di dibattito e confronto.

“Oggi – continua Dori – non possiamo pensare di uscirne con dei tavoli dove sono presenti solo super manager e solo politici. Abbiamo bisogno di forte partecipazione che sappia sottolineare al politico quali sono le scelte da fare. Il welfare è stato messo in crisi con il Covid. Adesso dobbiamo girare pagina e aprire una nuova fase con un welfare di comunità”.

All'assemblea erano presenti diversi ordini professionali da quello dei medici a quello degli psicologi, le Acli del Trentino, i sindacati, il Centro Servizi Volontariato ma anche i partiti politici da Casa Autonomia.eu con Paola Demagri e Michele Dallapiccola, il partito Democratico con la parlamentare Sara Ferrari e diversi consiglieri provinciali da Lucia Maestri a Luca Zeni, Futura con esponenti comunali e provinciali e i Verdi.

“Questa assemblea ci mostra che qualcosa si sta muovendo” ha spiegato la consigliera provinciale di Casa Autonomia.eu, Paola Demagri. “E' un'assemblea dentro la quale abbiamo voluto far arrivare il disagio che esiste nella nostra comunità per poi assieme far nascere idee proposte fondamentali per costruire il nostro sistema sanitario, sociale e del welfare con uno sguardo al futuro”.

A parlare di un'assemblea che “non è contro qualcuno ma per qualcuno” è stato il presidente dell'ordine dei Medici, Marco Ioppi Oppi. “Vogliamo – ha spiegato – far nascere delle proposte che possano aiutare le istituzioni a fare una politica di sostegno. E' fondamentale approfittare dell'impegno di tutti per uscire da un momento davvero difficile”.

Ed è il capogruppo provinciale del Partito Democratico, Luca Zeni a sottolineare come in questa iniziativa vi sia tutto il mondo socio sanitario del nostro territorio per esprimere un forte disagio. “C'è la voglia – spiega Zeni – di dire che non vogliamo mollare, che serve cambiare rotta”. Per il capogruppo del Pd “dispiace non vedere nessun rappresentante della Giunta e nemmeno dei partiti oggi in maggioranza essendo una iniziativa trasversale con richieste importanti che vanno colte. Non si può andare avanti a dire che tutto va bene”. Parole condivise anche dalla collega Lucia Maestri: “Stiamo sentendo e vedendo il racconto di un Trentino preoccupato della tenuta e della coesione sociale e del venir meno di una sistema di welfare che è sempre stato fiore all'occhio. Per questo è fondamentale unire le forze, trovare soluzioni nuove e costruire proposte per il futuro, per chi non si riconosce nel Trentino rappresentato da questa Giunta”.

Qui le priorità illustrate durante l'assemblea