LA RICORRENZA
È un patrimonio prezioso: oltre 369mila ettari che rappresentano il 40% della superficie olearia del Mezzogiorno, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria
«È la giornata mondiale degli ulivi proclamata dall’Unesco, festeggiata il 26 novembre in tutto il mondo ed in Puglia dove, da tutelare, è un patrimonio di 250 milioni di piante anche monumentali decimato dall’avanzare della Xylella e dalla crisi provocata dalla chiusura di ristoranti e agriturismi dove le vendite si sono praticamente dimezzate con una perdita di fatturato stimata in 700 milioni di euro». È quanto afferma la Coldiretti Puglia, nel sottolineare il «ruolo economico, ambientale, culturale e salutistico della produzione dell’olio di oliva, colonna della dieta mediterranea». «La coltura dell’olivo in Puglia - afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - è diffusa in maniera omogenea su tutto il territorio regionale. La Puglia, per estensione della superficie agricola, numero di aziende interessate e volume della produzione, rappresenta la più importante regione olivicola italiana e del mondo. A livello mondiale il 12% della produzione di olio d’oliva è rappresentata da olio di oliva pugliese. L’oliveto pugliese, a ragione considerato il più suggestivo al mondo».
I numeri
In termini di superficie la coltura occupa - aggiunge Coldiretti Puglia - oltre 369mila ettari che rappresentano il 40% di quella del Mezzogiorno, quasi il 32% della superficie olivetata nazionale e l’8% di quella comunitaria. La coltivazione dell’olivo è la più estesa del territorio regionale (64% della superficie agricola utilizzata regionale) ed interessa ben 148.127 aziende (43% del totale). Un patrimonio minacciato dai cambiamenti climatici, delle oscillazioni produttive e dell’emergenza Xylella, con la Puglia che quest’anno ha detto addio a quasi una bottiglia di olio extravergine Made in Italy su due con il crollo del 48% della nuova produzione regionale che dovrebbe attestarsi attorno a 101 milioni di chili.