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"Abolire il reato di tortura? Scelta scellerata che legittima le violenze"

L'intervista

Alessio Scandurra, coordinatore dell'Osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione, con Today.it commenta la proposta di legge di Fratelli d'Italia: "Sbarazzarsi del reato non cancella i problemi"

"Abrogare il reato di tortura? Significa dare un messaggio di legittimazione delle violenze e della sopraffazione". A dirlo è Alessio Scandurra, coordinatore dell'Osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione, che con Today.it commenta la proposta di legge presentata da alcuni esponenti di Fratelli d'Italia, prima firmataria Imma Vietri, per cancellare il reato di tortura dall'ordinamento italiano. 

La proposta di Fdi per abrogare il reato di tortura

Il provvedimento, assegnato alla commissione Giustizia della Camera, punta ad abrogare gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale che nel 2017 hanno introdotto il reato, lasciando una sorta di aggravante all'articolo 61 del codice penale. 

"L'incertezza applicativa potrebbe comportare la pericolosa attrazione nella nuova fattispecie penale di tutte le condotte dei soggetti preposti all'applicazione della legge, in particolare del personale delle forze di polizia che per l'esercizio delle proprie funzioni - spiegano i firmatari - è autorizzato a ricorrere legittimamente anche a mezzi di coazione fisica".  E ancora: "Gli appartenenti alla polizia penitenziaria rischierebbero quotidianamente denunce per tale reato a causa delle condizioni di invivibilità delle carceri e della mancanza di spazi detentivi, con conseguenze penali molto gravi e totalmente sproporzionate. Il rischio di subire denunce e processi strumentali - osservano i deputati di FdI - potrebbe, inoltre, disincentivare e demotivare l'azione delle forze dell'ordine, privando i soggetti preposti all'applicazione della legge dello slancio necessario per portare avanti al meglio il loro lavoro, con conseguente arretramento dell'attività di prevenzione e repressione dei reati e uno scoraggiamento generalizzato dell'iniziativa delle Forze dell'ordine". 

Secondo i firmatari "per tutelare adeguatamente l'onorabilità e l'immagine delle forze di polizia, che ogni giorno si adoperano per garantire la sicurezza pubblica rischiando la loro stessa vita e per evitare le pericolose deviazioni che l'applicazione delle nuove ipotesi di reato potrebbe determinare, la presente proposta di legge prevede l'introduzione di una nuova aggravante comune per dare attuazione agli obblighi internazionali" e "la contestuale abrogazione delle fattispecie penali della tortura e dell'istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura di cui rispettivamente agli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale".

Antigone: "Abrogazione reato di tortura è idea scellerata"

"Già in campagna elettorale - dice a Today.it Scandurra - questo tema era venuto fuori, non ci coglie del tutto di sorpresa. La trovo però un'idea scellerata e di difficile applicazione".  

Per Scandurra è "bizzarro che fino al 2017 l'Italia non avesse il reato di tortura, in violazione degli obblighi internazionali". Quando il reato è stato introdotto, ricorda Scandurra, "alcuni si sono lamentati perché poco efficace. Il tempo ha invece dato prova che la modifica al nostro codice penale è stata utile. In primis perché ha agito sulla prescrizione. Prima che ci fosse il reato di tortura si procedeva per reati con tempi di prescrizione più brevi ma, a fronte di indagini difficili e lunghe, spesso interveniva la prescrizione. In secondo luogo è cambiato l'approccio. Da quando esiste il reato di tortura c'è una maggiore consapevolezza, sia tra i detenuti sia tra gli operatori. Alcune condotte gravi, sono chiaramente inquadrate come reato e non tollerate".

"L'Italia - prosegue Scandurra - è uno stato di diritto e si finisce in carcere quando si viola la legge. Non può dunque essere il carcere un luogo d'illegalità. Prima davanti a certe condotte c'era un'impunità di fatto. Perché non c'era il reato. Adesso che il reato c'è, abrogarlo significa esprimere una chiara volontà politica. Si tratta di una scelta dolosa di legittimare la violenza senza pudore".

Nella relazione introduttiva alla proposta di legge di Fdi si parla di "tutela dell'onorabilità delle forze di polizia". "Ma questa - controbatte Scandurra - passa dal rispetto della legge. Sbarazzandosi del reato non ci si sbarazza del problema. È una strada scellerata".

Solo ieri 23 agenti della polizia penitenziaria sono stati sospesi per il reato di tortura di Stato, commesso all'interno della casa circondariale di Biella. Per il coordinatore dell'Osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione le carceri sono "un mondo difficile, un luogo di conflitto costante. La strada è quella di agire sulla formazione, sulla trasparenza. Dobbiamo far sì che gli operatori abbiano regole chiare. Mancano poi medici, direttori, educatori. Figure che servono per ridurre i conflitti. Prima davanti a problemi complicati c'era chi proponeva nuovi reati o pene più severe. Ora si vuole l'abrogazione. Mi sembra un escamotage pericoloso che mi auguro non vada a buon fine e che mi sembra difficile si possa concretizzare".