Prezzi calmierati per tutelare il potere di acquisto dei consumatori contrastando la spinta inflazionistica: è questo l'obiettivo del «Trimestre anti-inflazione», l'iniziativa del Governo a cui hanno aderito 32 associazioni. I prodotti coinvolti sono quelli di largo consumo, nonché prodotti per l’infanzia e la cura della persona, che potranno essere acquistati a un prezzo calmierato negli esercizi aderenti, per lo più punti della grande distribuzione e farmacie, segnalati da un bollino con il logo di un carrello tricolore.
L'iniziativa durerà appunto un trimestre (primo ottobre-31 dicembre 2023), e comprenderà anche il periodo natalizio, da sempre cruciale per le spese. Le 32 associazioni che aderiscono all'iniziativa - da Coop a Farmacie unite, da Confinprese e Confcommercio - hanno contribuito alla creazione di un elenco che, regione per regione e comune per comune, si può consultare per capire dove acquistare i prodotti calmierati. A queste si aggiungono diciassette associazioni rappresentative dell’industria alimentare e non alimentare e del settore dell'agricoltura e dell'artigianato, come Assogiocattoli e Confartigianato. Un'operazione che, secondo gli esperti, potrebbe far risparmiare mediamente circa 150 euro a famiglia.
Tutti i dubbi dell'operazione

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In generale, a una prima occhiata all'elenco degli esercizi aderenti all'iniziativa, si può notare una certa predominanza delle insegne della grande distribuzione: le circa ventimila insegne che riceveranno il bollino digitale del Governo da esporre nelle loro vetrine sono, per la maggior parte e soprattutto nella parte di spesa alimentare, supermercati e negozi affiliati a catene. Despar, Pennymarket, Coop, Crai: è lì che - ammesso che l'operazione abbia successo - si dirigeranno i consumatori alla ricerca degli sconti che possano aiutarli a sostenere il peso dell'inflazione. Se da un lato dunque si vuole tutelare l'acquirente, dall'altro il rischio è quello di favorire una politica di prezzi spietata, in cui chi può (la GDO, per esempio) vende sottocosto, e chi non può (la piccola bottega, magari) rimane schiacciato.
C'è anche da notare che i parametri per aderire all'iniziativa sono piuttosto ampi, e lasciano grande discrezionalità al singolo esercente. Sarà infatti l'esercente a scegliere in totale autonomia la selezione di articoli da includere nell’iniziativa (purché si tratti di «beni di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo, ivi compresi quelli rientranti nel "carrello della spesa", nonché dei prodotti per l’infanzia e la cura della persona»). In pratica, anche a leggere le linee guida, chiunque in questi tre mesi «anti-inflazione» applicherà scontistiche di qualsiasi genere a prodotti come pasta, latte, ma anche shampoo e pannolini, verrà inserito nell'elenco del Ministero degli esercizi in cui andare per risparmiare. E di nuovo, chi è che fa già di base, continuativamente e per antonomasia, questo tipo di operazioni sul prezzo? La Grande Distribuzione Organizzata.
I parametri per le «politiche commerciali tese a contribuire e contenere l'inflazione» sono appunto piuttosto ampi (salvo il rispetto delle normative vigenti, ça va sans dire). Non c'è uno specifico elenco di prodotti coinvolti, né un parametro obbligatorio entro cui applicare la scontistica (qualcuno aveva parlato di un 10% di sconto, ma nelle linee guida non c'è traccia di questo). L'unico vincolo è l'impegno a «garantire la continuità dell’iniziativa per i prodotti selezionati e con le modalità identificate in tutto il periodo dell’operazione commerciale».
Gli esercizi aderenti «proporranno i prodotti a prezzo calmierato» («attraverso iniziative come prezzi fissi, promozioni, prodotti a marchio del distributore, carrelli a prezzo scontato o unico») «rendendoli facilmente riconoscibili ai consumatori attraverso l’esposizione negli esercizi commerciali e sugli scaffali del logo del "Trimestre Anti-inflazione": un carrello della spesa tricolore». «Il patto prevede, inoltre, l'istituzione presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il coinvolgimento degli altri Ministeri competenti, di un tavolo permanente di filiera finalizzato ad analizzare l’evoluzione dell’iniziativa».
Quindi, a conti fatti, c'è da supporre che sia piuttosto difficile calcolare a priori - come ha fatto chi parlava di un risparmio di 150 euro a famiglia - quanto questa operazione porterà nelle tasche degli Italiani. Il tutto dipenderà dalle politiche adottate dai singoli esercizi coinvolti, e da quanto queste saranno in effetti più impattanti rispetto a quelle normalmente effettuate. Altrimenti, l'operazione anti inflazione rischia di rimanere solo un bollino tricolore attaccato a una porta vetri all'ingresso di un supermercato.