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Ambiente, rapporto Onu: “Morti per siccità e tempeste 15 volte più alti in 10 anni”

L'Ipcc lancia l'allarme anche sull'Italia: "Siccità, coste più vulnerabili, flessione del turismo"

Aumentano i morti per i cambiamenti climatici, siccità e tempeste, 43mila solo in Somalia. E in Italia i rischi sono altissimi. “Quasi la metà della popolazione mondiale vive in regioni altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici. Nell’ultimo decennio, i decessi per inondazioni, siccità e tempeste sono stati 15 volte superiori nelle regioni altamente vulnerabili“. Ad affermarlo sono gli scienziati che hanno lavorato al Rapporto di sintesi, il capitolo conclusivo del Sesto Rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici (AR6) del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) pubblicato oggi e presentato in conferenza stampa. “La giustizia climatica – ha sottolineato Aditi Mukherji, uno dei 93 autori del report – è fondamentale perché coloro che hanno contribuito meno al cambiamento climatico sono colpiti in modo sproporzionato”.  

“Esistono molteplici opzioni, fattibili ed efficaci, per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e adattarsi ai cambiamenti climatici causati dall’uomo, e sono disponibili ora”, dice l’Ipcc. “Integrare un’azione efficace ed equa per il clima non solo ridurrà le perdite e i danni per la natura e per le persone, ma fornirà anche benefici più ampi”, ha dichiarato il presidente dell’Ipcc, Hoesung Lee, “questo rapporto di sintesi sottolinea l’urgenza di intraprendere azioni più ambiziose e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti”.

Circa 43mila persone sono morte in Somalia lo scorso anno durante la più lunga fase di siccità mai registrata nel Paese. La metà di loro probabilmente erano bambini. E’ quanto si legge in un rapporto pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia e realizzato dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine. Per l’anno in corso si stimano 18mila morti nei primi sei mesi. “L’attuale crisi è tutt’altro che finita”, afferma il rapporto. 

I rischi in Italia

Siccità, coste più vulnerabili, flessione del turismo. Sono i rischi che vengono dal cambiamento climatico per l’Italia, secondo gli scienziati dell’Ipcc. “L’Italia è soggetta ai rischi tipici dell’Europa mediterranea, alcuni dovuti a peculiarità del cambiamento climatico, altri alla particolare vulnerabilità di ecosistemi e settori produttivi”, spiega Piero Lionello, primo autore su Europa e Mediterraneo del sesto rapporto Ipcc. Le peculiarità del cambiamento climatico “sono legate all’attesa diminuzione delle precipitazioni, con conseguenze sulla disponibilità di risorse idriche, in contrasto con la tendenza all’aumento su scala globale e nel nord Europa, e alla particolare intensità del riscaldamento estivo (superiore di circa il 50% a quello medio globale)”. Altri rischi sono legati “alla vulnerabilità delle coste (dove insediamenti e strutture sono frequentemente collocati poco al di sopra del livello medio del mare), all’importanza economica del settore turistico (che è posto direttamente a rischio dal cambiamento climatico e indirettamente dall’implementazione di politiche di mitigazione) e alla vulnerabilità degli ecosistemi terrestri e marini, minacciati anche da altri fattori antropici (sovrasfruttamento e inquinamento)”, prosegue lo studioso. Per la riduzione di questi rischi valgono i requisiti generali comuni a tutte le azioni di adattamento: “Continuità dell’impegno politico, implementazione di strutture istituzionali adeguate, mobilizzazione di risorse, procedure e decisioni inclusive in collaborazione con cittadini, parti sociali, settori produttivi, riferimento alle conoscenze scientifiche”.

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