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Arrestato per tentato omicidio aggravato il 16enne che ha accoltellato la professoressa

È in stato di arresto lo studente di 16 anni ricoverato nel reparto di neuropsichiatria infantile dell’ospedale San Paolo di Milano. L’accusa mossa dalla Procura dei minori e dai Carabinieri, che lo piantonano, è quella del tentato omicidio aggravato della professoressa Elisabetta Condò, accoltellata lunedì 30 maggio nell’istituto secondario «Emilio Alessandrini» di Abbiategrasso. Il giovane mercoledì sarà sentito dal giudice per le indagini preliminari per l’udienza di convalida. Il provvedimento gli è stato notificato solo dopo ore perché il procuratore dei minori Ciro Cascone e quello di turno hanno atteso l’esito delle visita della psichiatrica a cui è stato sottoposto il ragazzo e i referti post-operatori sulle lesioni subite dalla docente. Con il personale sanitario specializzato del San Paolo il giovane avrebbe manifestato dei segnali compatibili con un disturbo di tipo paranoide. Dall’ospedale, però, precisano che «nessuna diagnosi è stata posta, ad ora sono in corso gli accertamenti clinici del caso».

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È ancora ricoverata a Legnano l'insegnante di italiano e storia. Ieri è rimasta in sala operatoria per un complicato intervento ricostruttivo durato oltre sei ore. La prof ha riportato tre ferite alla testa di 20 centimetri, con anche una frattura cranica, una ferita di 10 centimetri alla scapola e una incisione al braccio, all'arteria ulnare di quindici centimetri, con lesione anche ai tendini. Il suo decorso è giudicato buono con le ferite guaribili in 35 giorni. La prognosi però potrebbe essere allungata per ulteriori interventi di chirurgia plastica.
Oggi a scuola sono tornati in classe quasi tutti i 700 studenti dell’istituto di via Einaudi. Era stata la presidenza a comunicare già ieri che le lezioni si sarebbe svolte regolarmente. Solo gli studenti della II AL, ovvero gli alunni di Elisabetta Condò e compagni del sedicenne, sono rimasti a casa. Con loro nei prossimi sarà intrapreso un percorso di elaborazione della vicenda anche con l'intervento degli psicologi.

Nel frattempo proseguono le indagini per chiarire il movente dietro al gesto dello studente. I militari dell’Arma hanno ricostruito la provenienza delle armi portate a scuola nascoste nello zaino fino al momento dell’aggressione: il coltello da caccia modello Bowie lo avrebbe preso dal padre, appassionato di caccia. La replica ad aria compressa di una Colt Government 1911 l’avrebbe invece acquistata regolarmente in un negozio.

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