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Audrey Hale, la ragazza «tranquilla», che ha ucciso sei persone nella scuola di Nashville

La descrivevano come una persona «tranquilla». Audrey Hale, la responsabile della strage in una scuola cristiana privata a Nashville, in cui sono morti tre bambini di 9 anni e tre adulti, era stata a sua volta un’alunna della Covenant School. 

Aveva 28 anni ed è stata uccisa dagli agenti, intervenuti per fermarla, mentre era ancora all’interno dell’istituto. Secondo una fonte vicina alla sua famiglia, Audey Hale sarebbe stata autistica, ma ad alto funzionamento. «E, relativamente di recente, ha annunciato di essere transgender, identificandosi nel genere maschile», ha aggiunto la fonte, che ha chiesto di rimanere anonima. Audrey Hale, che aveva frequentato il Nossi College of Art di Madison, nel Tennessee, lavorava come illustratrice e progettista grafica freelance. 

Armata di un fucile e due pistole «acquisite legalmente», ha usato una delle armi da fuoco per aprire un ingresso laterale chiuso a chiave della scuola, frequentata da circa 200 bambini, dalla scuola materna alla prima media. 

La perquisizione nella sua casa ha portato alla luce «mappe, disegnate nei dettagli, della scuola, con telecamere di sorveglianza, punti di ingresso, eccetera», ha detto la polizia. Ma nell’abitazione della donna c’erano anche un «manifesto» e «alcuni scritti che riguardavano l’attacco e come tutto questo sarebbe avvenuto». Nella Honda Fit della donna, i poliziotti hanno trovato «materiale aggiuntivo scritto da lei». 

Covenant è stata l'unica scuola assaltata, ma «c'era un altro luogo» menzionato negli scritti della donna: il piano è poi stato abbandonato perché il posto era troppo sorvegliato. 

Una vicina di casa, che è anche un'amica della famiglia Hale, conosceva Audrey fin da bambina. E quando le è stato chiesto se ci fossero segnali dello squilibrio della donna, ha risposto: «Mai. Era molto dolce. Non so cosa sia successo. È davvero spaventoso». Secondo un altro residente del quartiere, Hale era una «persona normale e simpatica. Forse un po' silenziosa». E ancora: «Non c'è niente che mi avrebbe portato a credere che fosse capace di una cosa del genere o che lei o chiunque altro in quella famiglia avesse accesso a una pistola. Semplicemente non sembrano una famiglia che usa armi. Non era gente che andava al poligono di tiro o a caccia».

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