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Auto benzina e diesel, la Germania e Ue hanno trovato l’intesa: l’annuncio del ministro dei Trasporti tedesco. E l’Italia al solito è non pervenuta

Auto benzina e diesel tra non molto in Europa saranno sempre meno. Non Italia purtroppo, perché come annunciato dalla premier Meloni il Paese non è pronto. Il primo a trovare l’intesa sui motori a combustione interna è stato la Germania, che rispetterà così la deadline di mettere fine ai motori inquinanti.

Auto benzina e diesel, la Germania e Ue hanno trovato l’intesa

L’Europa non intende retrocedere dalla decisione di mettere fine alla produzione di auto benzina e diesel entro il 2035. Dunque, è iniziata la corsa verso l’immatricolazione di veicoli con motori a combustione interna che utilizzano solo carburanti neutri per il clima. Il primo Paese ad annunciare l’intesa con l’Ue su questo tema è stata la Germania.

Il primo annuncio è arrivato dal vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, che ha la delega al Green Deal, e con un tweet ha dato notizia dell’intesa: “Abbiamo trovato un accordo con la Germania sull’uso futuro degli e-fuel nelle automobili. Lavoreremo ora per ottenere quanto prima l’adozione delle norme in materia di CO2 per il regolamento sulle autovetture e la Commissione darà seguito rapidamente alle misure giuridiche necessarie per attuare il considerando 11″.

Poi, il ministro dei Trasporti tedesco Volker Wissing ha scritto su Twitter: “Assicuriamo opportunità per l’Europa preservando importanti opzioni per una mobilità climaticamente neutrale e conveniente”, ha affermato Wissing. “Vogliamo che il processo sia completato entro l’autunno del 2024”, ha aggiunto. Tuttavia, la notizia già nelle scorse ore era stata annunciata dal cancelliere Olaf Scholz. “So che il giornalismo fa parte anche dell’intrattenimento, e che non vi piace vederci trovare un accordo, ma troveremo l’intesa” con l’Ue sugli e-fuels, aveva detto il cancelliere tedesco al termine dell’Eurosummit.

La posizione dell’Italia

La posizione dell’Italia è stata spiegata chiaramente dalla premier Giorgia Meloni che effettivamente ha annunciato di essere indietro rispetto agli altri Paesi europei e che la deadline del 20235 non può essere praticabile. “Ci sono delle tecnologie sulle quali l’Italia, e dunque l’Europa, sono potenzialmente un’avanguardia e, rispetto a un’ipotesi di questo tipo, decidere di legarsi a tecnologie che invece sono di fatto detenute come avanguardia da nazioni esterne all’Unione è una scelta che non favorisce la competitività del nostro sistema”. La premier e il suo esecutivo ancora una volta per spiegare le proprie mancanze punta il dito evidenziando che l’auto elettrica andrebbe a vantaggio del mercato cinese. Un rischio troppo grande che questo governo non intende accettare.

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