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Bianca Panconi: «Io, la bellezza e Gabriele Salvatores»

La prima volta che si è rivista sul grande schermo ne Il ritorno di Casanova, il nuovo film di Gabriele Salvatores che la vede protagonista, Bianca Panconi chiudeva gli occhi ogni volta che il suo volto angelico faceva capolino nell'inquadratura. «Era la primissima proiezione con noi attori, quasi un anno fa, ma non sono proprio riuscita a vedermi», racconta Panconi al telefono, spiegando di aver fatto un passetto in più quando il film è stato proiettato in anteprima durante il Bifest di Bari. «Questa volta, però, mi sono obbligata a tenere gli occhi aperti ed ero proprio contenta: è un film molto importante», aggiunge Bianca, 23 anni, che nel film veste il ruolo di Marcolina, la ragazza di cui il Casanova incanutito interpretato da Fabrizio Bentivoglio si innamora. 

Bianca Panconi «Io la bellezza e Gabriele Salvatores»

Marcolina, nell'immaginario di Arthur Schnitzler che l'ha scritta e di Gabriele Salvatores che l'ha utilizzata come espediente narrativo per raccontare la crisi esistenziale di un regista brillantemente interpretato da Toni Servillo, rappresenta qualcosa di molto simile a quello che rappresentava Tadzio in Morte a Venezia: la giovinezza, l'oggetto del desiderio, la bellezza, che chi non l'ha più vorrebbe non perdere.

Marcolina, il suo personaggio, viene rappresentata come una proto-femminista che fa di tutto per essere libera. 
«La prima volta che ho fatto il provino, Gabriele mi ha descritto Marcolina proprio in questo modo anche se, secondo me, Marcolina non ha bisogno di dimostrare di essere parte di un movimento: è libera e basta. La sua forza sta nel non dover dimostrare mai niente a nessuno: tutti dovremmo seguire la nostra natura senza dare ascolto alle barriere culturali e agli aspetti patriarcali, esattamente come fa lei». 

«Il matrimonio è una costrizione», dice Marcolina. 
«È un personaggio d'ispirazione perché non si frena, resta fedele a sé stessa».

Anche Bianca Panconi non si frena?
«Sì, anche se faccio più lotte con me stessa che con altri».

Quali sono le costrizioni che pensa di avere oggi?
«Sto imparando ad ascoltarmi, e questo mi permette di non avere timore di dire di no quando non voglio fare qualcosa. Quando Gabriele mi fece il provino mi disse che per lui ero un po' come Marcolina, una cosa che mi ha detto anche mia madre dopo aver letto il libro: cerco di rispettarmi».

Quando ha iniziato ad ascoltarsi?
«Quando ho iniziato ad andare in terapia. una cosa che consiglio a tutti. Ognuno ha le proprie risorse per poter star bene, ma per me quel passaggio è stato fondamentale perché parliamo di un percorso di introspezione che ti fa allargare le vedute e le prospettive e ti permette d prenderti un po' di tempo per capire cosa ti stia piacendo». 

Quanto tempo fa ha iniziato ad andare?
«Tre anni».

C'entra il lockdown?
«Diciamo che il lockdown mi ha dato la forza di iniziarlo».

Da bambina si ascoltava?
«Penso di sì. Ho iniziato a studiare teatro quando avevo otto anni: da bambini guardiamo più il mondo fuori che dentro di noi, è per questo che ora mi dedico alla Psicologia, sono fissata con la possibilità di ascoltare».

Studia Psicologia, quindi?
«Sì, ma con molta calma. Quando non lavoro, do gli esami».

Il suo lavoro, in effetti, è molto legato alla Psicologia: non crede?
«Credo che siano due discipline che viaggiano su due linee parallele: la Psicologia prescrive a livello teorico mentre la recitazione è la messa in pratica. Non credo che sia un caso che abbia studiato questo e volessi fare allo stesso tempo l'attrice».