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Caso Regeni: gli atti inviati alla Consulta per valutare se proseguire con il processo

processo Regeni / Fiumicello

Il gup di Roma Roberto Ranazzi ha mandato gli atti del processo alla Corte Costituzionale. "Oggi, cʼè una speranza in più", il commento dei genitori del ricercatore

Il gup di Roma, Roberto Ranazzi, ha deciso di inviare alla Consulta gli atti del procedimento sulla morte di Giulio Regeni. In assenza degli indirizzi degli imputati, i quattro 007 egiziani, non forniti dall'Egitto, il procedimento è fermo. Il gup ha sottolineato che quella dellʼEgitto è "una scelta antidemocratica". Affinché si esprima in merito all’impossibilità attuale di portare a processo i quattro imputati perché le autorità egiziane non hanno notificato loro la notiziaLa Corte Costituzionale deciderà se si può proseguire. "Oggi cʼè"una speranza in piùʼʼ, il commento dei genitori del ricercatore di Fiumicello. Lo riporta l'Ansa.

L'ordinanza

Un'ordinanza di 31 pagine in cui il gup disapprova con fermezza l’atteggiamento "autoritario e antidemocratico" dell’Egitto che influenza la giurisdizione italiana e, in questo modo, stabilisce "una situazione di immunità non riconosciuta" violando in questo modo anche la Convenzione sulla tortura ratificata sia da Roma che dal Cairo. Il gup è ricorso alla Consulta per la valutazione della questione dell’assenza degli imputati che, di fatto, da anni ha provocato una situazione di completo stallo nell’iter giudiziario.  Per i genitori di Giulio Regeni la decisione del giudice rappresenta "una speranza, un’occasione definitiva per sancire che questo processo si possa fare. Dopo oltre 7 anni di attesa si apre uno spiraglio concreto".

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