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Chiara Colosimo all’Antimafia, tra critiche e chiarimenti: i motivi della polemica

«sconcertante» e «inaccettabile». Così Franco Roberti, ex Procuratore nazionale antimafia, ha definito la recente nomina di Chiara Colosimo alla presidenza della Commissione parlamentare antimafia. Ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche che arde da giorni: ancor prima della scrutinio, il nome della deputata di Fratelli d’Italia ha generato divisione, tanto da spingere i rappresentati dell’opposizione a lasciare l’aula prima della votazione.

Ma quali sono i motivi della contestazione? A far discutere è un’inchiesta di Report, dal titolo Ombre Grigie, che analizza presunti collegamenti tra lei e Luigi Ciavardini, ex componente dei Nuclei Armati Rivoluzionari, tra i condannati per la strage alla Stazione di Bologna. Ad attirare l’attenzione pure una foto di parecchi anni fa che li ritrae insieme: «Non è un amico e non c’è nessuna confidenza», ha precisato la stessa Colosimo a La Stampa.

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«Ho conosciuto Ciavardini nell’ambito di iniziative con l’associazione gestite da sua moglie», ossia Gruppo Idee, che aiuta il reinserimento sociale dei detenuti. «Era il mio primo mandato da Consigliera regionale del Lazio, 2010-2013, non ho problemi a dichiararlo», ha aggiunto. «L’articolo 27 della Costituzione parla di funzione rieducativa della pena e di reinserimento dei detenuti». Un chiarimento, dopo la raffica di attacchi che ha ricevuto.

Persino dai familiari delle vittime di mafia (da Salvatore Borsellino a Giovanni Impastato), che in una lettera pubblicata sul Fatto Quotidiano ancor prima delle votazioni, si mostravano contrari alla nomina di Chiara Colosimo. «È accettabile che si scelga, per un ruolo così importante, una persona che non si vergogna di avare rapporti con uno stragista che mai si è pentito? Siamo sbigottiti, ci sarebbero giganteschi conflitti di interessi».

Ancor più fragorose le parole di Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione delle vittime del 2 agosto 1980:  «Tanto valeva metterci Matteo Messia Denaro direttamente. Questa scelta è un bruttissimo segno». Da par suo Chiara Colosimo, 36 anni e fedelissima di Giorgia Meloni, «non si aspettava» la polemica da parte delle associazioni dei familiari delle vittime: «Ne ho molto rispetto e mi ferisce», ha sottolineato nella stessa intervista.

«Vorrei incontrarli presto», ha concluso. «La narrazione che si è fatta è surreale. Sono nata nel 1986 e sto passando per la persona che non sono».

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