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Crisi in Kosovo, tutte le notizie di oggi. Kurti: "Valuterò nuove elezioni al Nord se finiranno scontri". Concluse le proteste, a Zvecan resta un presidio

Centinaia di persone di etnia serba hanno iniziato a radunarsi davanti al municipio di Zvecan, 45 chilometri a nord della capitale del Kosovo Pristina. Le truppe della missione di pace Kfor, guidata dalla Nato, hanno transennato l'area con recinzioni metalliche e barriere di filo spinato per evitare nuovi scontri che, nei giorni scorsi, hanno causato il ferimento di 30 soldati internazionali, tra di loro vari italiani.

I dimostranti a Zvecan - riferiscono i media a Belgrado - hanno dispiegato una enorme bandiera serba di 250 metri, e con altoparlanti vengono diffuse  musiche patriottiche e canzoni tradizionali serbe. Forte è la presenza di forze dell'ordine e di militari Nato anche intorno ai Municipi di Zubin Potok e Leposavic, altri due Comuni a maggioranza serba, dove si prevedono nuove manifestazioni di protesta da parte dei serbi locali.

Polemiche per le parole del tennista Djokovic alla televisione francese: "Il Kosovo è il cuore della Serbia". Il ministro dello Sport: "Inappropriato".

Punti chiave

Kosovo, concluse senza scontri le proteste dei serbi al Nord

Nel nord del Kosovo si sono concluse nel pomeriggio senza incidenti di rilievo le nuove manifestazioni di protesta inscenate dai serbi locali nei tre Comuni a maggioranza serba di Zvecan, Leposavic e Zubin Potok. I manifestanti si stanno ritirando, solo a Zvecan è stato deciso che alcuni rimarranno anche durante la notte a presidio della sede del Comune per verificare che il nuovo sindaco albanese non si introduca in qualche modo. I dimostranti, che si radunano da lunedì intorno agli edifici dei rispettivi Municipi, si oppongono all'insediamento e alla presa di servizio dei nuovi sindaci di etnia albanese eletti nel voto locale dello scorso 23 aprile, una consultazione boicottata dai serbi che non avevano presentato alcun loro candidato. Oltre a chiedere la rinuncia dei nuovi sindaci a prendere possesso dei loro uffici nelle sedi municipali - sindaci ritenuti dalla popolazione serba illegittimi essendo stati eletti da appena il 3% degli elettori - i dimostranti chiedono al tempo stesso il ritiro delle unità della polizia speciale kosovara, presente in modo massiccio nel nord del Kosovo la cui popolazione è in larga maggioranza di etnia serba.

(afp)

Il comandante del Jfc Naples in Kosovo: "Discussi i piani per mantenere l'ambiente sicuro"

Visita in Kosovo per l'ammiraglio Stuart B. Munsch, comandante dell'Allied Joint Force Command Naples della Nato. Munsch ha incontrato il comandante della Forza per il Kosovo della Nato (Kfor) "per discutere i piani e le operazioni future per mantenere, con imparzialità verso tutte le parti, un ambiente sicuro e protetto in Kosovo, in conformità con il mandato Onu della Kfor, basato sulla risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 1999", sottolinea una nota del Jfc Naples. Le discussioni tra i due comandanti hanno riguardato "l'impiego di ulteriori 700 soldati del battaglione di riserva chiamato in Kosovo dalla Nato per normalizzare la situazione e garantire la sicurezza, nonché il potenziale impiego di un altro battaglione di riserva che è stato messo in massima prontezza nel caso fossero necessarie truppe aggiuntive". L'ammiraglio Munsch ha elogiato "la lungimiranza e le azioni della Kfor nel prevenire maggiori danni e perdite di vite umane a causa delle violenze del 29 maggio in Kosovo". 

Kurti: "Pronto ad ascoltare le rischieste di proteste pacifiche, anche di voto anticipato" 

"Se ci fossero state proteste pacifiche per elezioni anticipate avrebbero avuto la mia comprensione, ma non la folla con la lettera Z che spara a soldati e poliziotti, lancia granate e grida di uccidere. Non cederemo la nostra repubblica democratica alla folla fascista". È quanto ha detto il primo ministro kosovaro, Albin Kurti, intervendo oggi ad una conferenza di sicurezza a Bratislava. "Se vogliono dimostranti pacifici che chiedono elezioni anticipate, hanno un primo ministro più che disposto ad ascoltare e forse a dare loro ragione", ha detto Kurti che è stato criticato da Usa e Ue, tradizionali alleati del Kosovo, per aver fatto salire le tensioni con la Serbia, usando la forza per insediare sindaci nelle aree a maggioranza serbe, miniando così gli sforzi in corso per disinnescare la precedente crisi con Belgrado. Le aree a maggioranza serbe, che non hanno mai accettato l'indipendenza dichiarata dal Kosovo nel 2008, hanno boicottato le elezioni locali permettendo quindi, con un'affluenza alle urne del 3,5%, l'elezione di sindaci di etnia albanese. 

Albin Kurti
Albin Kurti
Albin Kurti (ansa)

Dimostranti issano una bandiera serba in un ambulatorio di Zubin Potok

Dimostranti serbi hanno issato una bandiera serba gigante nella struttura del Family Medicine Center di Zubin Topok, uno dei quattro comuni del nord del Kosovo a maggioranza serba dove da giorni si registrano proteste contro l'insediamento di sindaci kosovari-albanesi. Lo riporta l'agenzia Kosova Press, aggiungendo che alcuni manifestanti hanno portato con loro anche i bambini.

Borrell: "In Kosovo situazione pericolosa e insostenibile"

In Kosovo "la situazione attuale è pericolosa e insostenibile. Abbiamo bisogno di una de-escalation urgente e di una soluzione attraverso il dialogo per tornare a lavorare sull'attuazione dell'accordo raggiunto". Lo scrive in un tweet l'Alto rappresentante della Ue Josep Borrell dopo l'incontro a Bratislava con il primo ministro kosovaro Albin Kurti "per discutere delle tensioni nel nord del Kosovo". 

Josep Borrell
Josep Borrell
Josep Borrell (ansa)

Il premier kosovaro Kurti: "Pronto a incontrare Vucic a Bruxelles"

Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti si è detto ''pronto in qualsiasi momento a incontrare'' il presidente serbo Aleksandar Vucic, auspicando un miglioramento del dialogo tra Pristina e Belgrado. Intervenendo al forum Globsec a Bratislava, Kurti ha detto di apprezzare il piano messo a punto dall'Unione europea. L'incontro con Vucic, ha affermato il premier kosovaro, dovrebbe tenersi a Bruxelles perché ''le relazioni bilaterali e di buon vicinato possono svolgersi solo basandosi su valori europei''.

Il presidente serbo Aleksandar Vucic
Il presidente serbo Aleksandar Vucic
Il presidente serbo Aleksandar Vucic (afp)

Macron: la responsabilità delle tensioni è delle autorità kosovare

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha accusato le autorità kosovare di essere responsabili dell'escalation di tensioni nel nord del Paese durante le quali sono stati feriti 30 militari della Kfor. "Molto chiaramente, c'è una responsabilità delle autorità kosovare nella situazione attuale e un mancato rispetto di un accordo comunque importante e che era stato siglato solo poche settimane fa", ha affermato il capo dell'Eliseo da Bratislava, in Slovacchia. 

Emmanuel Macron
Emmanuel Macron
Emmanuel Macron (ansa)

Mosca: appoggiamo incondizionatamente la Serbia

 a Russia sostiene "incondizionatamente" la Serbia, "segue molto da vicino gli sviluppi della situazione" in Kosovo ed è "preoccupata". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato da Ria Novosti. "Tutti i legittimi interessi dei serbi del Kosovo devono essere rispettati e non ci deve essere posto per azioni provocatorie che violino i loro diritti", ha aggiunto Peskov.

 Dmitry Peskov
 Dmitry Peskov
 Dmitry Peskov (afp)

Tajani: "La Nato e i nostri miliitari restano in Kosovo a garanzia della stabilità"

 "La Nato e i nostri militari rimarranno a garanzia di stabilità e per impedire il deterioramento della situazione". Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli esteri Antonio Tajani in relazione alla situazione in Kosovo, situazione sulla quale - come ha precisato lo stesso ministro - "si farà il punto" nel vertice Nato a Oslo che si terrà oggi e domani. Il ministro, parlando a margine di una iniziativa alla Farnesina sull'obiettivo dello sviluppo sostenibile, ha anche detto di aver parlato più volte in questi giorni con Vucic e Kurti. "Al momento - ha aggiunto - non ci sono responsabilità della Serbia. Ho chiesto al primo ministro kosovaro di sospendere l'insediamento dei sindaci che rappresentano la popolazione di lingua albanese in quella parte del Kosovo proprio per evitare tensioni. Serve grande prudenza e grande moderazione. Sono due Paesi candidati a far parte dell'Ue. Dobbiamo far sì che il percorso sia positivo. Ma così si rischia di allontanare anche per quanto riguarda il Kosovo la partecipazione all'Ue". Tajani ha sottolineato che "essere membro dell'Ue richiede determinate scelte. Quindi, invito alla calma e alla pace. Ma basta con iniziative unilaterali che possano provocare incidenti e possono rendere più complicata la situazione nei Balcani". Il ministro degli Esteri ha ribadito che "l'I'talia è fortemente impegnata. Fa parte del quintetto che lavora per la pace e la stabilità. Ieri il nostro ambasciatore a Belgrado ha partecipato anche all'incontro con il presidente Vucic. Ripeto non sono emerse responsabilità della Serbia". 

Von der Leyen: "Tensioni preoccupanti, ripristinare la calma"

 "Le onde d'urto inviate dalla guerra di aggressione di Putin hanno raggiunto anche i nostri sei partner dei Balcani occidentali. Ma questo ci ha solo avvicinati di più". Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo al Forum Globsec 2023 di Bratislava. "Le recenti tensioni sono ovviamente preoccupanti. Faccio eco agli inviti a tutte le parti ad allontanarsi dal confronto e ad adottare misure per ripristinare la calma", ha aggiunto.

(ansa)

La Cina contro escalation, "mantenere pace nei Balcani"

La Cina ha ribadito la sua richiesta di evitare l'escalation delle tensioni in Kosovo e di mantenere la pace nei Balcani. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, commentando l'incontro tra l'ambasciatore cinese a Belgrado e il presidente della Serbia Aleksandar Vucic, ha affermato che Pechino ha rinnovato il proprio supporto "agli sforzi della Serbia di salvaguardare la sua sovranità e l'integrità territoriale". Riguardo alla situazione nel Kosovo, ha aggiunto la portavoce, "nella situazione attuale è necessario evitare l'escalation delle tensioni e mantenere la pace e la tranquillità nella regione dei Balcani occidentali".

Francia, Oudea-Castera denuncia il messaggio "militante" del tennista Djokovic

Il ministro dello sport francese Amelie Oudea-Castera ha dichiarato che il messaggio di Novak Djokovic dopo la sua partita agli Open di Francia di lunedì, che descriveva il Kosovo come "il cuore della Serbia", non è "appropriato". Intervistata su France 2, il ministro, ex direttore della Federazione francese di tennis (FFT), ha detto che "non è appropriato". "Questo non deve accadere di nuovo", ha detto, descrivendo il messaggio come "militante" e "molto politico".

(reuters)

Cavo Dragone: "Violenze inevitabili ma si è concluso il picco. La situazione resta tesa"

"In Kosovo si è concluso il picco diviolenza pura, c'è ancora una attenzione. La situazione è sempre tesa ma non conflittuale. I nostri militari però sanno interporsi e sono maestri nella negoziazione. E se picchi di confronto si sono raggiunti era perché era inevitabile". Così il capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, in merito alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali.

I cittadini di etnia serba si radunano davanti a municipio Zvecan, Kfor transenna area

Centinaia di persone di etnia serba hanno iniziato a radunarsi davanti al municipio di Zvecan, 45 chilometri a nord della capitale del Kosovo Pristina. Le truppe della missione di pace Kfor, guidata dalla Nato, hanno transennato l'area con recinzioni metalliche e barriere di filo spinato per evitare nuovi scontri che, nei giorni scorsi, hanno causato il ferimento di 30 soldati internazionali.

(ansa)