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Da oggi fare il pieno costa di più: meno tagli sulle accise portano rincari su benzina, gasolio e Gpl

Dimezzato lo sconto sulle accise per effetto del decreto del Governo Meloni del 23 novembre scorso . Il rincaro sul carburante sale a 12,2 cent/litro

Distributore benzina

Distributore benzina (Foto Ansa)

Alla pompa, benzina, gasolio e Gpl.da oggi costano di pù Dalla mezzanotte si è dimezzato lo sconto sui carburanti con un rialzo di 10 centesim sulle accise previsto dal governo Meloni con il decreto dello scorso 23 novembre.  Ma il rincaro sui rifornimenti sarà maggiore: se si considera che sulle accise si applica anche l'Iva al 22%, l'aumento del prezzo alla pompa per benzina e diesel sarà di 12,2 centesimi al litro. E per le casse dello Stato il rialzo delle accise si tradurrà in un gettito di 317 milioni di euro in più solo nel mese di dicembre. A fare il calcolo è Assoutenti che stima gli effetti del dimezzamento del taglio sulle accise per l'erario considerando una media di due pieni mensili a famiglia. E marciando al ritmo di 317 milioni in più al mese, in un anno finiranno nelle casse dello Stato circa 3,8 miliardi in piu'.

Rialzo delle accise

Nel dettaglio, dal primo dicembre le accise sulla benzina saliranno da 47,84 a 57,84 centesimi al litro, quelle sul gasolio da 36,74 a 46,74 euro al litro, quelle sul Gpl da 18,26 a 26,67 centesimi al litro. Questo significa - stando ai calcoli del Codacons - che sulla base dei listini odierni dei carburanti, la benzina in modalità servito passerà da una media di 1,801 euro al litro a 1,923 euro/litro di domani, mentre il gasolio da 1,885 euro volerà a 2,007 euro/litro, sfondando la soglia psicologica dei 2 euro. Per il self, i prezzi alla pompa della verde passeranno da una media di 1,650 euro/litro di oggi a 1,772 euro di domani, il diesel da 1,733 euro/litro a 1,855 euro/litro. Un pieno di benzina o gasolio - calcola sempre il Codacons - costerà 6,1 euro in più, con un aggravio, considerando due pieni al mese, pari a +146,4 euro a famiglia su base annua.

L’allarme delle Associazioni dei consumatori

Per le associazioni dei consumatori l'aumento delle accise spingerà ancora all'insù l'inflazione innescando una nuova frenata dei consumi. "Avremo un Natale in bianco, una gelata sui consumi, vista la stangata che stanno già pagando le famiglie per colpa dei rincari di novembre" avverte l'Unione Nazionale Consumatori e per il Codacons l'aumento dei listini dei carburanti "avrà effetti negativi sull'inflazione, portando a nuovi rincari a danno di imprese e famiglie, in un momento in cui i listini andrebbero calmierati con ogni mezzo possibile". Assoutenti chiede al governo di "rivedere la sua decisione sui carburanti, aumentando il taglio delle accise almeno fino al termine dell'emergenza prezzi e bollette in Italia, in modo da alleggerire la spesa delle famiglie".

Benzina e diesel, quanto aumenta il costo in un anno

Lo sconto sulle accise era stato introdotto lo scorso 22 marzo e poi prorogato per nove volte. Con l’ultimo decreto Accise, però, viene tagliato. Ogni mille litri di benzina e diesel, quindi, il costo sale di 100 euro, mentre per il Gpl l’aumento sulle stesse quantità è di 34 euro. Secondo il Codacons ogni pieno costerà fino a 6 euro in più, con una spesa annua aggiuntiva in media di 146 euro a famiglia. Per il presidente Carlo Rienzi, poi, ci potrebbero essere anche “pesanti effetti indiretti”. Ad esempio si potrebbe verificare “un aumento dei prezzi al dettaglio per i beni trasportati, considerato che l’85% delle merce in Italia viaggia su gomma”, ma si potrebbe assistere anche a “conseguenze negative sull’inflazione, in un momento in cui i listini al dettaglio andrebbero calmierati”. Secondo Massimiliano Dona, numero uno dell’Unione Nazionale Consumatori, il governo si è mosso con “un atto da kamikaze, un suicidio politico”. Il suo giudizio sull’esecutivo è netto: “ha poche idee e confuse”.

Lo sciopero di tre giorni dei benzinai

Dal 13 al 16 dicembre, poi, ci sarà uno sciopero di tre giorni dei benzinai in autostrada. Le 72 ore di stop saranno consecutive e partiranno per la precisione alle 22 di martedì 13 dicembre, per terminare alla stessa ora di venerdì 16.
Le associazioni di categoria Faib, Fegica ed Anisa fanno notare che senza interventi del governo continuerà lo stato di “assoluto degrado a cui sono state sottoposte le aree di servizio autostradali” e il calo dei consumi e degli acquisti da parte della gente, “già scesi dell’80% negli ultimi 10 anni”. In particolare alla base della protesta c’è la bozza di un decreto interministeriale che non prevede la richiesta “razionalizzazione della rete per una maggiore efficienza”, riproponendo invece “un sistema di imposizione di royalty ad esclusivo vantaggio della rendita di posizione dei concessionari”, senza “abbattere la differenza abnorme di prezzi tra viabilità ordinaria e autostradale”.