Neuralink, l’azienda guidata da Elon Musk che si prefigge di curare malattie come la paralisi e la cecità impiantando piccoli chip nel cervello, spinge per la terza volta sull’avvio di test sull’uomo. Dopo aver ricevuto l’ennesimo diniego da parte della Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti, la società – riporta Reuters online – sta cercando di chiudere accordi con cliniche specializzate con cui avviare la sperimentazione, una volta ricevuta l’approvazione dagli organi competenti. Secondo la testata, Neuralink vorrebbe collaborare con il Barrow Neurological Institute, un’organizzazione per il trattamento e la ricerca di malattie neurologiche con sede a Phoenix, in Arizona. La scelta non è casuale. L’istituto ha ricevuto nel 1997 il via libera per impiantare nei pazienti dispositivi di stimolazione cerebrale che servono a ridurre i tremori dovuti al Parkinson. Finora, il Barrow Neurological Institute ha utilizzato lo strumento di neuromodulazione con oltre 175.000 persone. Il chip su cui lavora Neuralink è diverso, di tipo Brain Computer Interface (Bci). Utilizza elettrodi installati nel cervello, o sulla sua superficie, per fornire una comunicazione diretta con un computer e non solo inviare stimoli elettrici. Finora, nessuna azienda ha ricevuto l’approvazione degli Stati Uniti per introdurre sul mercato un impianto del genere. È la terza volta che Musk prova a realizzare il suo progetto di integrazione tra esseri umani e macchine a livello celebrale. Le difficoltà non mancano, anche perché il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha iniziato lo scorso anno a indagare su come Neuralink abbia condotto vari test sugli animali. Nel tempo, alcuni dipendenti dell’azienda, ex ed attuali, hanno espresso preoccupazioni sugli esperimenti eseguiti dal 2018 che avrebbero provocato sofferenze e morti per oltre 1.500 animali.