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Filosofia, religione e matematica a confronto tra trascendenza e una società in crisi: "Non si deve puntare soltanto all'evoluzione ma anche alla felicità degli uomini"

TRENTO. La superficialità nell'affrontare la complessità di un mondo in costante cambiamento e in crisi, anche di valori, il consumismo che consuma ogni risorsa, l'aumento delle disuguaglianze e l'impatto della televisione prima e di internet poi. Questi alcuni dei temi affrontati da Massimo Donà, professore ordinario di filosofia teoretica all'Università San Raffaele, il giornalista e scrittore padre Enzo Fortunato e il matematico e divulgatore Piergiorgio Odifreddi nel panel "L'evoluzione del mondo e la trascendenza", incontro all'Arcivescovile inserito nel programma del Festival dell'economia.

L'appuntamento partecipato da oltre 600 persone e molti giovani in sala, moderato da Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore, di Radio 24, di Radiocor e presidente del Comitato scientifico del Festival dell’economia di Trento, ha approfondito molti aspetti all'origine delle crisi della società odierna, un mondo in involuzione più che in evoluzione, per tracciare una direzione e una possibile via d'uscita.

 Una superficialità che inizia con la televisione commerciale e poi si ramifica nell'era di internet con l'esplosione dei social network, piattaforma che non sono state gestite mentre la cultura e la conoscenza hanno progressivamente perso centralità nella formazione individuale.

Un sistema capitalistico diffuso nei consumi con la popolazione che continua a crescere e che mette a rischio la legalità ma anche i vantaggi nella transizione a cui è chiamata la società con l'obbligo, urgente, di far diventare più ricchi i Paesi poveri. Una società, definita dell'invadenza, perché per esempio il cellulare non viene mai spento e si resta imprigionati nella rete con ogni utente che in media lascia 1.500 informazioni personali (ma si può arrivare a 5 mila dati per singola persona con il progresso tecnologico).

Ecco che entra in gioco la trascendenza. Non solo come elemento religioso che invita a progettare e guardare oltre ma che matura la volontà di riappropriarsi della libertà, cioè una presa di coscienza di prodigarsi verso gli altri perché mettere freno a un mondo che vive disuguaglianze atroci a fronte dello sviluppo economico che deve saper soddisfare i sogni e contemporaneamente porsi dei quesiti.

L'economia, emerge nel corso della serata, deve sapersi riprogrammarsi per dare una risposta alle nuove esigenze mentre le imprese devono accompagnare la società verso la sostenibilità, anche sociale. Una centralità della politica industriale che sappia cambiare anche il paradigma delle valutazioni delle figure a capo delle aziende.

Nel 2019 a New York 120 manager hanno firmato un documento che la principale voce di valutazione non è il profitto ma la sostenibilità, un concetto che si declina in tutte le accezioni perché non ci può essere senza un equilibrio tra economia, sociale e ambientale. Ma il cambiamento, viene evidenziato nel panel "L'evoluzione del mondo e la trascendenza" non dipende solo dalle imprese quanto anche dai singoli che possono influenzare scelte e decisioni. E le giovani generazioni possono giocare un ruolo fondamentale, andare alla sostanza dei comportamenti e dei fatti.

"Una serata in piena sintonia con l'idea alla base di questo Festival che cerca il confronto e l'approfondimento. Un incontro in cui si è svariato a tutto campo, con dialettiche e posizioni diverse che hanno trovato molte convergenze e punti in comune", commenta a Il Dolomiti il direttore de Il Sole 24 Ore Tamburini. "La società non deve puntare soltanto all'evoluzione ma anche alla felicità degli uomini".