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Giulia Tramontano: l'agguato di Alessandro Impagnatiello alle spalle e i dubbi che l'autopsia non ha sciolto

L'omicidio di Senago / Milano

Un profondo taglio al collo ha reciso carotide, giugulare e trachea alla 29enne. Una quarantina le coltellate inferte dal fidanzato reo confesso a Senago, ma restano ancora parecchie incognite

Conclusa l'autopsia, è stato concesso il nulla osta alla sepoltura. Il corpo della ragazza sarà quindi restituito alla famiglia. La prossima settimana si celebreranno i funerali di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di sette mesi uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello a Senago, alle porte di Milano. Secondo l'esame autoptico Giulia potrebbe essere morta dissanguata "in pochi minuti". Una deduzione che arriva dai primi esiti dell'autopsia e dal profondo taglio al collo che le ha reciso carotide, giugulare e trachea.

Le ferite che hanno ucciso Giulia Tramontano: i risultati dell'autopsia

Lo squarcio è stato inferto sorprendendo la giovane Giulia Tramontano, probabilmente alle spalle: lo si dedurebbe dalla macchia di sangue lasciata sul pavimento, poi il 30enne ex barman dell'Armani Bamboo, rooftop alla moda a Milano, ha infierito sull'arteria sotto la clavicola e prima che Giulia si accasciasse ha continuato a colpire, per un totale di "almeno 37 volte". Colpi in rapidi successione, alla cieca, concentrati nella parte superiore del corpo. Non sono state riscontrate ferite al ventre. Due i fendenti, alla gola, poi uno, in faccia, all'altezza del sopracciglio. Due alla schiena. E ancora decine i colpi al petto, uno dei quali così violento da perforare il polmone.

Poi è iniziata la seconda fase di un delitto che per la procura è premeditato. Impagnatiello ha tentato di bruciare il corpo prima con dell'alcol, poi con della benzina. Ustioni "molto estese" che impediscono, al momento, di datare con esattezza l'orario della morte. Un tentativo di depistaggio, un gesto oltraggioso e forse una maldestra manovra di rallentare il riconoscimento. Ci vorranno alcuni giorni per gli esiti tossicologici, così come sulle risposte che si attendono sul feto.

Gli esami hanno evidenziato nel dettaglio "due coltellate letali nella zona del collo", in particolare i fendenti hanno colpito "la carotide e la succlavia", la più grande arteria presente nella parte superiore del torace, al di sotto della clavicola. "La vittima non ha segni di difesa", ossia la giovane non ha provato a parare i colpi, il che lascia intendere che sia rimasta sorpresa dall'attacco sferrato dal suo assassino. Nessuno l'ha sentita urlare.

Giulia Tramontano sorpresa dall'attacco di Alessandro Impagnatiello

Questa possibile ricostruzione che spiegherebbe perché nessuna l'ha sentita urlare e perché non ha segni da difesa. Una ricostruzione che va ancora accertata, ma che dato il numero di coltellate avalla l'aggravante della crudeltà sostenuta dai pm di Milano Letizia Mannella e Alessia Menegazzo.

L'assassino aveva confessato al massimo due o tre coltellate. "Per non farla soffrire", aveva specificato durante la prima confessione, riferendo poi che la prima ferirsi ai polsi e poi al collo era stata proprio la vittima. Ma si sta invece rafforzando sempre l'ipotesi investigativa iniziale: l'agente immobiliare è stata vittima di un agguato feroce.

Il tentativo di dare fuoco, per ben due volte, al corpo della 29enne complica la datazione dell'orario della morte per gli esperti di Medicina legale. "Le ustioni diffuse hanno alterato pesantemente i tessuti" rendendo difficile rilevare le macchie ipostatiche che consentono ai medici legali di stabilire, con precisione, l'orario del decesso. Dai primi accertamenti non è stato possibile accertare se le fiamme siano state appiccate dopo il decesso della giovane.

Impagnatiello poco prima del fermo. Foto LaPresse

I dubbi ancora da sciogliere

La dinamica del delitto di Senago presenta ancora alcune incognite. Il tentativo di disfarsi del cadavere bruciandolo ha fatto sì che i tessuti del corpo di Giulia siano alterati al punto da non poter sapere con precisione il giorno e l'ora dell'omicidio della giovane originaria di Sant'Antimo. Anche quella dell'aggressione alle spalle rimane per adesso un'ipotesi, al momento, proprio perché le condizioni del cadavere non possono dare certezze

Altro punto di domanda sono gli esami tossicologici, i cui risultati si avranno solo nei prossimi giorni: si divrà appurare se nel sangue di Giulia Tramontano ci sia traccia veleno per topi: due confezioni ne erano state trovate nello zaino del fidanzato killer. Il piano di Impagnatiello prevedeva un altro tipo di morte oltre alle coltellate? 

I "gialli" riguardano anche altri due elementi. Primo, non è mai stato trovato il cellulare di Giulia Tramontano: il barman voleva inscenare che la compagna  fosse ancora viva mandando messaggi ad amici e familiari. Secondo, impossibile escludere fino in fondo, a oggi, che qualcuno abbia aiutato Alessandro Impagnatiello a spostare il corpo il 30enne. Un ferramenta della zona ha detto di aver venduto il carrello (170 euro in contanti) a un giovane con un cappellino in testa, ma non ha potuto confermare al 100 per 100 che fosse proprio lui.

Le indagini proseguono. I pm, che hanno coordinato le indagini dei carabinieri, contesteranno nuovamente a Impagnatiello le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, che inizialmente erano state escluse dalla gip al momento del fermo in base agli elementi che aveva a disposizione. Il barista resta indagato per omicidio aggravato, soppressione di cadavere e procurato aborto.

Ritrovati i documenti di Giulia Tramontano LaPresse2

I funerali di Giulia Tramontano a Sant'Antimo

C'è il nulla osta della procura per i funerali di Giulia a Sant'Antimo, suo paese d'origine vicino a Napoli, presumibilmente si celebreranno la prossima settimana in una data non ancora stabilita.

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