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Gpa, maternità surrogata, utero in affitto: quello che c'è da sapere

La gestazione per altri, chiamata anche maternità surrogata o utero in affitto, è al centro del dibatto aperto in questi giorni dalla bocciatura in Senato della proposta di regolamento che prevede la creazione di un certificato europeo di filiazione e dal blocco delle trascrizioni dei certificati di nascita dei figli delle famiglie arcobaleno avviata da alcuni comuni italiani.

Sabato c'è stata a Milano la manifestazione per rivendicare i diritti dei bambini delle famiglie omogenitoriali. Anche se ci sono molte coppie eterosessuali a percorrere la strada della procreazione assistita all'estero, nei casi in cui la legge italiana la vieta, come per la fecondazione eterologa o la gestazione per altri, sono quelle formate da persone dello stesso sesso a non vedere immediato riconoscimento.

Rappresentanti del governo e della maggioranza di centrodestra hanno indirizzato la polemica esclusivamente verso la gestazione per altri, attribuendola solo alle coppie gay, quando invece è utilizzata anche dalle coppie eterosessuali. Sono intervenuti il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli («Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l'iscrizione all'anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che questa maternità surrogata l'hanno fatta fuori dai confini nazionali»), la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella («Maternità surrogata è un mercato di bambini») e il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone («La maternità surrogata, reato più grave della pedofilia»).

Gestazione per altri

Il termine più ampio è gestazione per altri. La Gpa è la forma di procreazione assistita in cui una donna si assume l'impegno di portare avanti l'intera gravidanza, gestazione e parto, per conto di altre persone, i futuri genitori del bambino. Gli ovuli utilizzati per la gestazione non sono della donna che porterà avanti la gravidanza, ma possono essere della futura madre o di una terza persona, una donatrice. Non ci sono legami genetici fra la donna e il bambino.

Maternità surrogata

Questo termine è la traduzione della parola utilizzata in inglese: «surrogacy». Di fatto è un sinonimo di gestazione per altri che però è più preciso tecnicamente. Non sarebbe corretto parlare di maternità visto che la persona che porta a termine la gravidanza non si assume alcuna responsabilità genitoriale.

Utero in affitto

Anche questo termine è utilizzato come sinonimo di gestazione per altri, ma con una accezione negativa, visto che pone l'accento sul corpo della donna, indicando l'utero, e sul fatto che questo venga usato e sfruttato, mercificato attraverso un pagamento. Questo termine non include i casi, possibili in alcuni Stati del mondo, di gestazione fatta in forma altruistica, cioè senza compenso economico, ma soltanto con il rimborso delle spese mediche.

La legge italiana

La gestazione per altri è vietata in Italia dalla legge 40 del 2004. Il comma 6 dell'articolo 12 si legge: «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro».

Questo divieto è stato ribadito dalla dalla Corte Costituzionale in una sentenza del 2021, che pure chiede di tenere in conto l’interesse del minore di «ottenere un riconoscimento anche giuridico dei legami che nella realtà fattuale già lo uniscono a entrambi i componenti della coppia, ovviamente senza che ciò abbia implicazioni quanto agli eventuali rapporti giuridici tra il bambino e la madre surrogata».

La sentenza del dicembre 2022 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata devono essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, non con il semplice atto amministrativo della trascrizione.

L'ultima proposta di legge

Il disegno di legge di Fratelli d'Italia ripresentato nel febbraio 2023 punta a rendere la gestazione per altri reato universale: sarebbe considerata reato nel nostro paese anche se avvenuta all'estero. A firmare la proposta sono la sottosegretaria e senatrice Isabella Rauti e il capogruppo dei senatori Lucio Malan. Il disegno di legge presentato al Senato è simile, nel testo, a quello presentato alla Camera nella scorsa legislatura da Giorgia Meloni. ll ddl prevede la modifica dell'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n.40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano. Nel disegno di legge Rauti-Malan si dice che le pene si applicano anche se il fatto è commesso all'estero.

I firmatari del ddl dicono che «il ricorso a queste pratiche è in vertiginoso aumento e la maternità surrogata sta diventando un vero e proprio business che, tanto per fare un esempio, in India vale oltre 2 miliardi di dollari l'anno. In India, le volontarie che entrano nel circuito legale delle cliniche per la maternità surrogata  guadagnano tra gli 8.000 e i 9.000 dollari a gestazione, una cifra che corrisponde a dieci anni di lavoro di un operaio non specializzato». Con 25-30mila dollari la maternità surrogata è possibile in India, i costi raddoppiano negli Stati Uniti d’America.

All'estero

Ci sono paesi in cui la gestazione per altri è consentita. Dall'India agli Stati Uniti passando per l'Ucraina, dove però il conflitto ha fermato i viaggi di chi sceglie la maternità surrogata. Nel 2021 sono nati qui con gpa circa 6000 i bambini con genitori provenienti da tutto il mondo.