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"Ho dormito per 2 notti in carrozzina non potendomi spostare a letto da solo". Maratona di Roma, l'atleta Tomasi e il suo viaggio "in solitaria con un unico braccio"

RIVA DEL GARDA. Una maratona portata avanti completamente da solo, dalla partenza con il bus da Riva alla permanenza in albergo dormendo per due notti in carrozzina non potendo spostarsi da solo nel letto. E' stata un'impresa a 360 gradi quella di Mauro Tomasi, l'atleta triplegico 54enne originario di Ala, ma residente a Riva del Garda, arrivato ormai a collezionare moltissime competizioni tra cui la sua ottava Maratona di Roma, "Run Rome The Marathon" di 42 chilometri.

Per Tomasi, sportivo paralimpico in grado di manovrare (e gareggiare) con una carrozzina monoguida con un solo arto, l'ultimo appena trascorso è stato un weekend ricco di emozioni: per la prima volta (nonostante nella Capitale per partecipare alla famosa maratona ci fosse già stato), ha deciso infatti di andare completamente da solo. Questo è significato una difficoltà enorme, considerando che ha dovuto spostarsi, con corriere, treni e metropolitana e senza potersi cambiare vestiti perché senza accompagnatori e quindi nessun tipo di appoggio se non se stesso.

"Questo fa parte del mio progetto - racconta intervistato da il Dolomiti - sono partito e ritornato da solo. Per me è stata la sfida più difficile e impegnativa che abbia mai portato a termine".

La maratona, che si è svolta come da programma domenica 19 marzo, è stata solo una "fase" del progetto personale dello sportivo, che all'età di 32 anni ha perso la mobilità di tre arti a causa di un incidente in moto avvenuto nel 2000 sul Lago di Garda all'altezza di Malcesine. Da quel giorno però non si è mai arreso, cominciando ad allenarsi fino ad arrivare a macinare chilometri su chilometri con un braccio solo fino a compiere più di 9.400 chilometri percorsi in un solo anno.

"Il tempo massimo prima che riaprissero le strade era di 6 ore e mezza - aggiunge Tomasi-. A questa competizione potevano prendere parte tutti, io ero tra i pochissimi in carrozzina (e non da gara o handbyke a due braccia) ".

La prima fase del viaggio comincia sabato 19 marzo con la sveglia alle 2:30 del mattino. "Alle 4:30 vestito e pronto per partire, aiutato dagli operatori. Ho preso la corriera Riva-Rovereto per poi salire sul treno diretto per Roma. Da lì ho preso la metro fino all' Eur per il ritiro del pettorale, ho trovato molte persone disponibili a darmi una spinta, ma non ho mai dovuto chiedere".

Fondamentale per il 54enne è programmare qualsiasi tipo di spostamento, anche quelli "quotidiani". "Sono dovuto partire già pronto per la gara e naturalmente essendo da solo non ho potuto fare i trasferimenti carrozzina-letto quindi ho dormito in carrozzina, appoggiandomi la testa su un tavolino". 

Dopo la maratona conclusa nel primo pomeriggio di domenica quella stessa notte Tomasi torna a dormire "come la notte precedente, vestito e testa appoggiata al tavolino". Il tutto per affrontare il viaggio di ritorno per arrivare a casa lunedì sera a Riva. "Per me è stata una grandissima prova di forza - conclude -, ho capito di potercela fare anche da solo".