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I nuovi assetti del Pd targato Schlein: ecco chi saranno i capigruppo. Tiene il fronte dei sindaci sui diritti civili. Grana M5S

Schlein si fa il partito a immagine e somiglianza. Boccia e Braga capigruppo, poi la segreteria. Ma se il fronte con i sindaci sui diritti civili tiene, non decolla l’alleanza con l’M5s alle amministrative.

Elly Schlein - Foto Ansa

Elly Schlein - Foto Ansa

Forse il Pd voleva un altro Paese in piazza… Forse il Pd sperava di trovarsi di fronte un Paese sul piede di guerra come Israele contro Netanyahu sulle riforme costituzionali e la giustizia o come la Francia dei casseurs contro Macron e la sua riforma delle pensioni. Invece, deve accontentarsi di un Paese, l’Italia, ‘sedato’ dal governo Meloni e dove le proteste sui migranti o sulle adozioni da parte delle coppie gay sono agitate solo da sparute minoranze. Ecco perché tanto vale concentrarsi sugli assetti interni e costruirsi un partito a propria immagine e somiglianza, come già ha fatto Conte con l’M5s.

Braga e Boccia indicati di fatto già capigruppo

In ogni caso, dopo le molte fibrillazioni dei giorni scorsi sui vertici dei gruppi, la lunga riunione dei parlamentari con Elly Schlein fila via senza particolari tensioni. E oggi, secondo le previsioni, si andrà all'elezione dei capigruppo secondo la proposta della segretaria: Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga, già esponente di Areadem di Dario Franceschini, alla Camera. Il completamento degli uffici di presidenza con vicepresidenti, segretario d'aula e tesoriere, legati anche 'all'incastro' con le nomine nella nuova segreteria, dovrebbero invece essere definiti in un secondo momento: non se ne parlerà prima della prossima settimana. Anche perché nei prossimi giorni la segretaria sarà in Friuli Venezia Giulia per la campagna delle regionali, dove il Pd è alleato con il M5s mentre il Terzo polo va da solo. "Ci aspettavamo peggio", dice un esponente della maggioranza dem viste le polemiche che hanno preceduto l'assemblea di ieri. Ma la nuova articolazione della minoranza 'bonacciniana', con la nascita dei Neo-ulivisti, ha di fatto limitato la possibilità degli sconfitti al congresso di incidere nei numeri nei gruppi parlamentari. Niente conta, dunque. "Al momento non abbiamo notizia di candidature alternative", dicono dalla maggioranza dem. La segretaria, da parte sua, riferisce un deputato Pd, ha chiamato tutti i parlamentari uno a uno per argomentare le scelte sui capigruppo che sarebbero state conseguenza di un accordo stretto con lo stesso Bonaccini.

I candidati a capigruppo, dunque, sono il segreto di Pulcinelli, anche se nessuno li formalizza: Francesco Boccia per Palazzo Madama e Chiara Braga per Montecitorio. Il voto è oggi: non sono attesi sfidanti, non ci sarà la conta, nessuno si aspetta soprese. Malgrado mal di pancia, ultimatum e qualche riassetto interno, il partito continua sulla via dell'unità imboccata con l'elezione di Stefano Bonaccini alla presidenza. Ma mentre la Schlein si avvia ad archiviare il capitolo capigruppo, continua a ragionare sulla segreteria, che dovrebbe vedere la luce all'inizio della prossima settimana, con rappresentanti un po' di tutte le aree. Per la maggioranza che fa capo alla sua mozione, i nomi che circolano sono quelli dei deputati Marco Furfaro, Marco Sarracino e Alessandro Zan e dell'ex sindaca di Crema Stefania Bonaldi. Per la minoranza di Bonaccini si parla del senatore Alessandro Alfieri e del sottosegretario regionale emiliano Davide Baruffi, braccio destro del governatore nelle trattive. L'accelerata su Boccia e Braga l'ha data la nascita dell'area neoulivista: nei giorni scorsi, un gruppo di parlamentari che al congresso ha sostenuto Bonaccini ha preso una strada diversa, indebolendo così la forza contrattuale del governatore, che era intento a cercare di ottenere almeno un capogruppo e che però non avrà.

Il lungo dibattito nei gruppi parlamentari

Certo, il dibattito c’è stato, è stato lungo, ma sono state, al massimo, piccole punture di spillo. Alessandro Alfieri ha richiamato l'attenzione "al pluralismo" e ha espresso preoccupazioni "da cattolico" sulla Gpa. Piero Fassino da ex-segretario ha 'consigliato' la neo leader dem sulla necessità di esercitare il ruolo con "generosità": "Condivisione non è spartizione. Chi ha interesse a tenere un partito unito è chi lo dirige. Per unire un partito avrai bisogno di essere generosa perché questo aumenta credito e capacità di unire". E Gianni Cuperlo avverte: "Non bisogna ricercare falsi unanimismi e non premiare facili trasformismi". Ma non si è andati oltre questo, nessuno affondo nella lunghissima serie di interventi, da Andrea Orlando a Matteo Orfini, Andrea De Maria, Bruno Tabacci solo per citarne alcuni. L'assemblea è durata ben oltre tre ore. Un classico, nelle assemblee parlamentari dei dem.

Esordio di Schlein: “Sciogliamo i nodi insieme” 

"Ritenevo utile un primo momento di confronto -ha esordito la Schlein davanti ai gruppi - sulla nuova fase e sulle priorità dell'attività politica e parlamentare. Domani (oggi, ndr.), invece, affronteremo la questione degli assetti". Nel corso dell'intervento ha poi sottolineato come "la collegialità" sia un "punto dirimente. Dovremo essere bravi a far lavorare bene il partito nel nuovo assetto che si darà, e i gruppi, nel pieno rispetto della loro autonomia". Ed ancora sui nodi politici: "Abbiamo nodi politici importanti davanti a noi, è innegabile, dobbiamo provare a scioglierli insieme". Poi sottolinea: "Salvaguardando tra noi la chiarezza". La segretaria  ha quindi fatto il punto sulle iniziative del primo mese da segretaria e sulle priorità a partire dal salario minimo, diritti, Pnrr e sulla Rai osserva: "Vigileremo". Ha ringraziato Enrico Letta e le capigruppo Simona Malpezzi e Debora Serracchiani per "il lavoro encomiabile" in una "fase di transizione lunga e complessa". Una fase "difficile" che potrebbe essere alle spalle. "Abbiamo visto cambiare il clima intorno al Pd in queste settimane, nelle piazze e nell'opinione generale, viviamo una fase positiva testimoniata dalle 16000 tessere che sono arrivate in pochissimo tempo. Vorrei che tutti insieme consolidassimo questo momento per rafforzare il Pd", dice la segretaria ai parlamentari.

Gli affondi contro il governo su vari temi 

Sul Pnrr, la Schlein sottolinea il ritardo del governo: "Il Pd presidierà con grande attenzione". Ha poi parlato di Cutro ricordando la richiesta di chiarezza al governo e la presenza del Pd nel luogo della strage a differenza dell'esecutivo: "Siamo stati li coi nostri corpi a senza parole a portare omaggio alle vittime e ai loro familiari. Dopo il Presidente Mattarella, e in assenza del governo". Sul salario minimo, ricorda che il no di Meloni ma, sottolinea, "noi insisteremo, coinvolgendo le altre opposizioni" così come su altri temi come "la sicurezza sul lavoro, la sanità pubblica e universalistica".

Infine, il capitolo dei diritti, a lei molto caro. "Il governo -ha detto la segretaria - pianta una bandierina ideologica al giorno e intanto sferza un attacco senza precedenti ai diritti dei bambini e delle bambine. Le pressioni per interrompere le trascrizioni, ad esempio. Siamo stati nelle piazze di questi giorni con i nostri sindaci e lavoreremo anche qui in Parlamento. La destra ha continuato l'attacco facendo saltare la legge cui stavamo lavorando sulle detenute madri e i loro figli. Con un cinismo terrificante". La segretaria ha anche riferito della "calorosa accoglienza dai nostri primi ministri, dai commissari europei, dai leader degli altri partiti socialisti" al prevertice del Pse a Bruxelles. E poi l'affondo sul Meloni: "Sul tema migrazioni Giorgia Meloni doveva chiedere una mare nostrum europea anziché dichiarare guerra alle Ong. È tornata da Bruxelles con un pugno di mosche". Ultimo punto, la Rai: "Sulla questione degli assetti dell'informazione nel servizio pubblico dobbiamo seguirla con particolare attenzione. Mi pare che il governo stia cercando di metterci un po' troppo le mani. Vigileremo".

I nuovi assetti parlamentari del partito di Elly

Quanto agli assetti, parlamentari, i dem riferiscono che il lavoro per la gestione unitaria va avanti sia per la composizione degli uffici dei presidenza dei gruppi che per la segreteria. Oltre all'ingresso di alcune personalità - da Davide Baruffi a Alessandro Alfieri - si parla anche della possibilità di un vicesegretario della minoranza. Mentre Antonio Misiani ridimensiona la voci sulla segreteria stile 'governo ombra': "La parola 'governo ombra' non è stata evocata. E' stato invece condivisa la linea di un approccio combattivo". Morale, il governo ombra non si fa.

Le alleanze Pd-M5s non decollano nelle città 

Ma, se è per questo, anche con il nuovo corso del Pd di Elly Schlein, in teoria più vicino alle istanze del M5S, alle prossime elezioni amministrative di maggio, il fronte progressista non decolla. Un po' come avvenuto alle regionali in Lazio e in Lombardia, l'alleanza c'è (o meno) a seconda dei territori, dei rapporti locali fra i due partiti e delle candidature.

In programma ci sono le regionali in Friuli Venezia-Giulia, a inizio aprile, come le comunali a Udine, e in 18 capoluoghi di provincia, più altri centri minori. Su, insomma, un campione più politicamente rappresentativo totale di 19 casi, l'alleanza tra dem e 5 Stelle è stata siglata in cinque casi (Friuli, Teramo, Brindisi, Catania, Pisa), è in forse in tre città (Latina, Siracusa, Terni), mentre in nove capoluoghi i due partiti vanno al voto in coalizioni diverse: Imperia, Brescia, Massa, Sondrio, Ancona, Trapani, Ragusa, Siena, Treviso, Vicenza. Altro particolare interessante: a Brescia, Massa e Ragusa, il Movimento è alleato con forze alla sinistra del Pd, come Unione popolare o Sinistra Italiana. Mentre a Sondrio i 5 Stelle sono talmente deboli che neanche si presentano alle comunali.

La maggioranza dei comuni interessati, cioè dieci, al momento è governata dal centrodestra. Ma con FdI, Lega e Fi che praticamente ovunque confermano la coalizione, la frammentazione del centrosinistra difficilmente consentirà di ribaltare gli equilibri attuali. L’elezione della Schlein è sicuramente troppo recente per aver impresso un qualche cambiamento sui territori rispetto ai rapporti con i 5 Stelle. Mentre Giuseppe Conte, nei suoi colloqui con i referenti locali ha ribadito che la linea non cambia: sì a un accordo con il centrosinistra basato sui programmi, non quindi a ogni costo. Di sicuro il rapporto tra la neosegretaria pd e l'ex presidente del Consiglio, buono a livello personale – con Enrico Letta il dialogo si era interrotto dopo la caduta del governo Draghi -, è decisamente dialettico sul piano politico. Il M5S su ambiente, lavoro e salario minimo, guerra e pace, continua a contendere al Pd la bandiera del progressismo. Temi molto cari a Schlein e infatti finora l'arma retorica utilizzata dal Movimento è stata quella di dire che a prescindere dalle sue posizioni il problema è quello di un partito troppo difficile da cambiare. Insomma, la voglia di una coabitazione non saltuaria, di un patto vero e proprio, è ancora poca. E le prossime amministrative sono lì a dimostrarlo.

I sindaci dem contro il Governo sulle adozioni dei figli delle coppie gay

Da segnalare, intanto, il pressing dei sindaci delle grandi città – quasi tutti guidati dal Pd - in favore dell'iscrizione all'anagrafe dei figli di coppie gay, continua, con i primi cittadini di Napoli e Torino, mentre proprio la segretaria dem Elly Schelin, alla prima riunione con i propri gruppi parlamentari, accusa il governo di condurre "un attacco senza precedenti ai diritti dei bambini". Da parte del centrodestra non c'è intenzione di cedere alla richiesta di una legge, che secondo Fdi e la ministra Eugenia Roccella finirebbe per sdoganare, di fatto, l'utero in affitto praticato all'estero. Dopo la manifestazione di domenica a Roma, in cui il sindaco Roberto Gualtieri, ha annunciato una riunione martedì con i suoi omologhi delle grandi città (tutti del Pd) anche il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi ha affermato che andrà avanti con le trascrizioni "fin quando non ci sono stop da parte dell'autorità di governo", come è accaduto a Milano con il blocco effettuato dal Prefetto . "Penso tuttavia - ha aggiunto Manfredi - che un tema così importante vada regolato per legge e che debba esserci una norma chiara che garantisca i diritti ai bambini". E una legge è stata sollecitata anche dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo (sempre Pd). In effetti che occorra una legge nazionale lo ha detto ripetutamente anche la Cassazione (da ultimo il 3 novembre 2020), in assenza di cui non è possibile la registrazione, ma semmai l'adozione speciale da parte del genitore intenzionale.

Concetto affermato nel 2021 anche dalla Corte Costituzionale (con la sentenza 33) che aveva invitato il Parlamento a legiferare. ""Ritengo che sia un tema molto importante perché si parla di diritti dei bambini - ha aggiunto Manfredi - e credo che la posizione dei sindaci sia uniforme e condivisa. Domani (martedì ndr) ne parleremo e ascolteremo le posizioni di tutte le grandi città italiane". Un invito a disobbedire è arrivato da +Europa e dai Radicali Italiani, che hanno predisposto il testo di una mozione da presentare e far votare nei Consigli comunali, in cui si invitano i sindaci a disobbedire a eventuali direttive del governo e del Prefetto e a procedere con le trascrizioni. Ma la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella chiude la porta: "le leggi e le sentenze in Italia ci sono e sono chiare", vale a dire quelle della Cassazione sulle adozioni speciali. Anche perché la trascrizione, insiste Roccella, aprirebbe la porta all'utero in affitto praticato all'estero. La circolare dl ministro Piantedosi delle scorse settimane che conferma il "niet" alle trascrizioni degli atti di nascita di figli di coppie omogenitoriali nati all'estero, è stata attaccata dalla segretaria dem Elly Schlein: "Il governo pianta una bandierina ideologica al giorno e intanto sferra un attacco senza precedenti ai diritti dei bambini e delle bambine. Siamo stati nelle piazze di questi giorni con i nostri sindaci e lavoreremo anche qui in Parlamento". Tuttavia per ora la preannunciata proposta di legge a prima firma di Alessandro Zan ancora non è stata depositata, perché l'area cattolica e quella femminista dei Dem hanno chiesto prima un confronto, timorose che si possa sdoganare la maternità surrogata. Ha depositato invece una proposta Chiara Appendino (M5s), che da sindaca nel 2018 procedette ugualmente alle trascrizioni.