Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

I social distruggono la società e le persone: cerchiamo di capirci di più

I social stanno distruggendo la società e se ne parla ancora troppo poco. Siamo nel 2023 e si discute ancora troppo poco di quanto questa continua ostentazione della perfezione (che non esiste nella realtà) sia un problema reale, tangibile, che non riguarda solo le ragazzine, ma anche le donne adulte di tutte le età. Cosa sta accadendo davvero? Cerchiamo di capirci di più.

Social
Social-Nanopress.it

Vi siete mai sentiti inferiori guardando i social? Avete mai pensato di non essere abbastanza per colpa del feed di Instagram? Vi siete mai trovati a guardare foto di supermodelle/i pensando “non sarò mai come loro”? Probabilmente la risposta a tutte queste domande è sì. E vi spieghiamo perché senza ricorrere a ipotesi scientifiche e confabulazioni varie né tantomeno a teorie complottistiche: ve lo diciamo osservando cosa accade intorno a noi e poi guardando in faccia la realtà nuda e cruda.

I social stanno distruggendo la società e le persone

Per comprendere meglio il fenomeno, prendiamo un esempio “a caso”: Sophie Codegoni. Non la conoscete? Niente paura, vi raccontiamo noi chi è. Salita alla ribalta circa tre anni fa grazie – oppure per colpa, che dir si voglia – di Uomini e Donne (quindi di Queen Mary in sostanza), la allora 18enne – che fino a quel momento aveva lavorato come manichino vivente (pardon, modella) di Chiara Ferragni – è divenuta celebre, in pieno Covid tra l’altro, per essere una delle troniste per la quale la redazione aveva ricevuto più chiamate.

La leggenda narra che circa 400 persone abbiano chiamato per lei (forse anche di più). Ma non c’era da meravigliarsi: era bella, giovanissima, ma con un bel caratterino, di quelli che piace agli uomini anche adulti perché ti fa sembrare sexy ma str*nza (scusaci Sophie, è un complimento in questo caso).

Detto ciò, il suo trono finì così: scelse un certo Matteo Ranieri, ma tra i due la relazione durò al massimo 2-3 settimane (e poi tempo dopo salì anche lui sul trono, ma questa è un’altra storia). Poi finì, non si sa come, quando e perché esattamente, perché ad oggi le loro versioni sono contrastanti, ma poco ci importa in questo momento.

Questo la fermò? Ovviamente no, anzi, per lei fu solo l’inizio. Nel frattempo aveva compiuto 19 anni, aveva fatto “amicizia” con Fabrizio Corona – che a quanto pare ne curava gli affari, ma chi ci capisce niente quando si tratta di lui – e, sempre a quanto pare, a pochi mesi di distanza dall’addio al suo “fidanzatino”, intraprese addirittura una relazione con lui, durata al massimo un paio di mesi. Non vogliamo parlare assolutamente della differenza di età – tra i due passano quasi 30 anni di distanza, in pratica lei ha meno di un anno in più di Carlos, il figlio di lui – perché no, qui nessuno è bigotto e non è questo che ci interessa, ma potremmo parlare del “beneficio” che lei ne ha tratto: non a caso, solo un paio di mesi dopo questo flirt lei finì dritta dentro la casa del Gf Vip. 

Era il 2021 e lei di certo non fu la prima tronista di Uomini e Donne a varcare la porta rossa, eppure entrò, ancora una volta, nella storia del reality. Sì, perché – al netto di Clizia Incorvaia e Paolo Ciavarro – è stata l’unica a entrare nella casa, conoscere un uomo (Alessandro Basciano, ex protagonista dello stesso programma, ma in qualità di corteggiatore), portarselo fuori e farci una figlia nell’arco di un anno e mezzo. E qui sorge il (primo) problema.

Celine Blu, la figlia di Sophie e Alessandro, è nata esattamente il 12 maggio (quindi neanche tre settimane fa). Fino al giorno prima lei sembrava essere del tutto immune da tutti i problemi che hanno tutte le donne al nono mese di gravidanza – stanchezza estrema, affaticamento, problemi di stomaco e chi più ne ha più ne metta – non sembrava impaurita neanche un po’ dalla nascita di una creatura, usciva e si divertiva come se nulla fosse. “Fatti suoi”, qualcuno dirà. Sì, ma poi Celine è nata e la mamma si è mostrata fino a poche ore prima addirittura in sala parto insieme al suo compagno mentre erano intenti a ballare “tra una contrazione e l’altra” (così hanno scritto sui social almeno). Sì, lei saltava addirittura, rideva, scherzava nello stesso momento in cui il 99% delle donne di tutto il mondo sarebbe stata intenta a maledire il giorno in cui aveva pensato di fare figli per il dolore.

E poi vogliamo parlare del suo racconto del parto? “Io non ho un brutto ricordo, alla fine il dolore mi è sembrato uguale a quello delle mestruazioni, niente di più, niente di meno, solo verso la fine, quando ero di 9-10 cm, ho sentito delle fitte fortissime”: queste le sue esatte parole, mentre le sue colleghe neomamme di tutto il mondo raccontano quello come il momento più doloroso della loro vita. Certo, ogni esperienza è a sé, ci mancherebbe, ma qui arriviamo al clou del discorso: è davvero necessario ostentare questa sicurezza, questa leggerezza, questa spensieratezza in un momento così delicato della propria vita? Certo, da un lato un racconto simile potrà aver tranquillizzato tantissime future mamme, ma quelle che invece hanno già avuto figli cosa hanno dovuto pensare?

E poi Sophie, a poche settimane dalla nascita della sua prima figlia, è tornata praticamente in forma come prima, fa video mentre è in bagno e si trucca, mostrandosi quindi al naturale (che poi naturale, tra chirurgo e filtro, è un parolone), senza alcuna traccia di occhiaie, di borse sotto gli occhi, di sonno arretrato. “Avrà mille aiuti”, penserete. Ma se una donna che ha avuto un figlio nello stesso periodo in cui lo ha avuto lei ed è esaurita per le pochissime dormite, è impaurita dalla nuova esperienza che sta vivendo, è esausta, non penserà forse che in lei c’è qualcosa che non va? Sia chiaro, ognuno può e deve fare dei social tutto quello che desidera, ma, ampliando il discorso, è davvero necessario ostentare proprio tutto, mostrarsi perfetti al mattino appena svegli, far credere a tutti di avere relazioni perfette, figli perfetti, vite perfette?

Social
Social-Nanopress.it

Potremmo chiamare in causa a questo punto un’altra super influencer, la regina (che non vuole essere definita così, ma sono problemi suoi in questo momento): Chiara Ferragni. Ecco perché.

Altri esempi “poco virtuosi”

Parlando di Chiara Ferragni, basta guardare la tanto acclamata serie The Ferragnez (1 e 2, sì) per capire quanto la sua relazione con Fedez nasconda sotto al tappeto una quantità di polvere infinita. Lui, che durante una seduta di psicoterapia di coppia si alza e se ne va, tra una parolaccia e l’altra, che le risponde malissimo senza un valido motivo, che non ascolta le sue esigenze. Lei che gli deve imporre cosa dire e quando, che cerca continuamente di apparire una moglie e una madre senza difetti e senza problemi, che millanta un femminismo che, di fatto, non sa neanche manifestare. Loro sembrano una coppia praticamente perfetta, ma a quanto si evince dalle varie puntate, non lo sono affatto, anzi, hanno tantissimi problemi coniugali e di comunicazione evidenti e non c’è bisogno di uno specialista per capirlo.

Certo, è una donna di 36 anni (appena compiuti) che è riuscita a crearsi – quasi del tutto – da sola quando ne aveva soli 22, che ha vissuto all’estero, ha visto il mondo davvero, ha una carriera solida, un matrimonio, due figli bellissimi e ha tutte le carte in regola per essere (quasi) perfetta, ma se per lei devono esistere sempre e solo i social-verità, allora perché ha continuato a mostrarsi impeccabile anche quando tutto intorno a lei stava crollando?

Lo ha fatto, tanto per fare un esempio, nel periodo di Sanremo, quando suo marito Fedez stava malissimo fisicamente e mentalmente (per sua stessa ammissione, per via dei farmaci che stava assumendo da gennaio), lei doveva portare sulle sue spalle il peso della famiglia, delle responsabilità, era stressatissima per la nuova esperienza che l’avrebbe mandata molto al di fuori della sua comfort zone: eppure sui suoi social non vi era ombra di crisi (personale). Mentre Fedez era sparito completamente per ritrovare sé stesso e stare meglio, lei sembrava la stessa Chiara di sempre, pubblicava foto e storie, raccontava la sua quotidianità, parlava del suo lavoro ogni giorno, dei suoi figli. Solo dopo la confessione di lui sul suo status la Ferragni ammise di aver vissuto un brutto periodo: magari se lo avesse fatto nel mezzo del caos e si fosse mostrata per quello che era, una donna che soffriva come tante altre, qualcuna si sarebbe riconosciuta in lei, avrebbe creato empatia e non più solo ammirazione, sarebbe nata una connessione senza precedenti e forse lì davvero sarebbe diventata un’icona per moltissime persone nel mondo (tanto lei è famosa ovunque, anche oltreoceano).

Alla fine il risultato qual è (in tutti questi casi, ma potremmo farne altri millemila)? Che le persone cosiddette comuni continuano a sentirsi continuamente stracci perché non si sentono neanche vicine anni luce dalla perfezione, a chiedersi “perché io passo giorni in cui sto male, ho voglia di piangere anche senza motivo, ho problemi a lavoro, in casa, in famiglia, con gli amici, con i figli, con l’università e chi più ne ha più ne metta, mentre le persone che seguo sono sempre sorridenti, allegre, appagate? Forse sono io sbagliata, debole, imperfetta? C’è qualcosa che non va in me?”. E no, non c’è niente che non va in questo, al massimo c’è qualcosa che non va in chi mente sapendo di mentire e ostenta una perfezione che non esisterà mai solo per apparire come non è.

E poi potremmo aprire una parentesi lunghissima sulla forma fisica: vediamo quotidianamente donne di 40, 45, 50 anni praticamente perfette, più toniche di tante trentenni. Qualche esempio? Belen Rodriguez (38 anni, quasi 39), Michelle Hunziker (46 anni), Elisabetta Canalis (44 anni, quasi 45). Cosa hanno in comune tutte loro? Sembrano impeccabili sempre, nonostante i figli – ne hanno rispettivamente 2, 3 e 1 – l’età che avanza. Le vediamo ogni giorno sfoggiare un fisico perfetto, con una percentuale bassissima di grasso e una altissima di massa magra. Le vediamo e ci chiediamo perché noi non siamo come loro, perché abbiamo cellulite, ritenzione idrica, rotolini di grasso anche se abbiamo magari 10-15 anni meno di loro.

Ci sono 20enni e 25enni molto meno “perfette” di loro in tutto il mondo: è normalissimo. Ci sono donne che dopo aver avuto figli – a prescindere dall’età – impiegano anche sei mesi (ma anche di più) per tornare come prima, altre che non lo fanno mai: è normalissimo. Ci sono donne che non riescono a lavorare, curare la casa, i figli e trovare anche il tempo, la forza, la voglia di andare in palestra 5-6 giorni a settimana, di mangiare sempre benissimo senza fare sgarri, di dire praticamente quasi del tutto addio a carboidrati e dolci: è normalissimo anche questo.

Quello che forse non lo è, è non mostrare mai alcun difetto (fisico e non): a 40 anni non avere un filo di cellulite è davvero difficile, ammettiamolo, e, al netto di qualche donna fortunata che deve ringraziare i genitori e la genetica, il 90% ce l’ha e stop. Chi non ha tempo, soldi e voglia di andare dal chirurgo, di fare continui trattamenti assolutamente non economici, di pagare un personal trainer qualificato non potrà mai raggiungere quella forma fisica ed è un dato di fatto. Punto. Probabilmente neanche a 30 anni, non c’è neanche bisogno di arrivare a 40. Dovrebbe allora sentirsi sbagliata? Certo che no, è semplicemente umana.

Ma ritorniamo sempre al punto di partenza: perché non mostrarsi anche con qualche chilo di troppo, con la pelle a buccia d’arancia, le smagliature? Magari così tutte le donne del mondo potrebbero guardare i social, vederne altre esattamente con i loro stessi difetti, pensare “siamo tutte sulla stessa barca” e sentirsi meno sbagliate, meno imperfette, meno colpevoli di non essere come le altre.

Il discorso poi si fa più complesso quando a entrare su Instagram et similia sono le adolescenti: ci sono 14enni, 16enni, 18enni che arrivano a perdere la vita letteralmente per questo. Non vogliamo estremizzare a questo punto la questione, ma il fatto è che non è giusto che una ragazzina inizia così presto a sentirsi inferiore perché altre persone, molto più grandi di lei e quindi verosimilmente più mature, vogliono ostentare una perfezione che non esiste.

Diciamolo che per essere perfette a 40 anni c’è bisogno dell’aiuto del chirurgo e che per non avere un filo di grasso è necessario avere tempo e soldi per potersi allenare ogni giorno e che una donna che lavora 8 ore al giorno – se non di più – e che quando torna la sera a casa deve badare ai figli, cucinare, mettere in ordine la casa non può rinunciare (quasi) del tutto a carboidrati e dolci perché ha bisogno anche di energia mentale, di gratificazioni, di “gioie alimentari” tra una cosa e l’altra. Diciamolo che dopo una gravidanza si può tornare come prima in meno di un mese solo in casi rari. Diciamolo che le rughe un giorno le avremo tutte, a meno che non ricorriamo a punturine e trattamenti costosisissimi.

E poi diciamo anche che le imperfezioni ci rendono ciò che siamo, che nessuna è invincibile, che i momenti no fanno parte della vita di tutte, anche se nessuna li vorrebbe vivere davvero, e che non bisogna vergognarsi di questo.