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Il Pd chiama, il M5s (per ora) non risponde

Il segretario Rossi detta la linea in vista delle regionali in Piemonte: "Se vogliono costruire un'alternativa a Cirio si siedano al tavolo con noi senza preconcetti". Il pranzo con Gribaudo. Parte la conferenza programmatica nelle otto province

“Prima ci si siede a un tavolo, si decide di camminare insieme e poi vediamo il resto: dal programma al candidato”. È nel suo intervento di apertura all’assemblea regionale che il segretario del Pd piemontese Mimmo Rossi mette i paletti in vista del percorso verso le elezioni regionali del 2024. “Non accettiamo precondizioni, la nostra comunità merita rispetto” dice. Parole nel solco di un orgoglio ritrovato dopo i successi di Torino e Alessandria e il risultato confortante delle ultime amministrative con la ripresa di città come Ivrea e Omegna. Il problema è che finora attorno al tavolo ci si sono seduti solo gli alleati storici (e neanche tutti), nessun segnale dal Movimento 5 stelle. Manca ancora un anno, attendismo e tatticismi prevalgono su una strategia complessiva ma Rossi ha già indicato una strada: conferenza programmatica e “appello a tutte le forze alternative al centrodestra”.

Oltre centocinquanta i presenti alla bocciofila Il Fortino, segno di quanto l’appuntamento elettorale che verrà sia sentito in una comunità in cerca di riscatto dopo i quattro anni di Alberto Cirio. Un percorso lungo un anno che inizierà con gli otto incontri (uno per provincia) che caratterizzeranno la conferenza programmatica: si parte da Alessandria e Cuneo il 24 giugno, poi Biella il 15 luglio, Verbania il 5 agosto e poi dopo la pausa estiva il 2 settembre a Vercelli, il 9 a Torino per chiudere il 16 a Novara e Asti. Incontri che “dovranno coinvolgere prima di tutto iscritti ed elettori, ma essere aperti ai cittadini, alle forze politiche, civiche e alle realtà associative”. Da ogni incontro, aggiunge Rossi, “porteremo a casa delle proposte che, insieme al lavoro svolto dal partito e dal gruppo regionale in questi anni, saranno la base della discussione sul programma”. Un Piemonte “da sognare” con l’auspicio che le prossime elezioni non si trasformino in un incubo visti i sondaggi.

Ma assieme alle proposte del segretario non sono mancate anche le frecciatine. Non è piaciuta la sortita con cui l’ex segretario del partito Paolo Furia prima ha chiesto di “partire dai programmi” e poi di fatto ha auspicato un passo di lato del Pd a favore di una “figura civica” in grado “di allargare il campo”, che tradotto vuol dire attrarre i Cinquestelle. Ed è in questo senso che vanno lette le parole del suo successore quando dice che “ho lanciato più appelli all’unità ma nessuno ha risposto” motivo per cui precisa che “non faremo una conventio ad excludendum della classe dirigente Pd”. Certo sorprende che proprio chi ha guidato i dem consideri esiziale il sacrificio del suo gruppo dirigente sull’altare di un’alleanza con un’altra forza politica.

Non sono mancati gli interventi critici nei confronti dell’ex numero uno. Dal presidente di Fct, la finanziaria del Comune di Torino, Luca Cassiani – “basta con la tiritera sulla società civile, siamo pieni di dirigenti in grado di candidarsi alla Regione” – all’ex capogruppo in Sala Rossa Michele Paolino: “Evitiamo di dire che non parliamo del nome per poi parlare del nome dicendo che dev’essere civico. A Torino chi diceva che avremmo perso si è dovuto ricredere”. Ancora più diretta l’ex sindaca di Alessandria Rita Rossa: “C’è stato un lavoro di opposizione in questi anni, ci sono dei candidati naturali”.

Il suo nome non lo fa nessuno ma è evidente che si sta parlando di Daniele Valle, a oggi il più accreditato a guidare la coalizione di centrosinistra. Lui è presente ma non interviene così come i big dell’ala sinistra del partito, Andrea Giorgis e Anna Rossomando, che a Roma lavorano sottotraccia per una intesa tra dem e pentastellati attorno a un civico e a Torino pare mandino avanti le seconde file. Per Rossi le primarie restano la via maestra qualora ci fossero più candidati, Gianna Pentenero – che pure ha offerto la sua “disponibilità” a candidarsi – ha manifestato delle perplessità.  

L’assemblea finisce tra volti tirati e qualche recriminazione. In ballo tra un anno non ci sarà solo la Regione ma anche le europee e forse le provinciali. Chiara Gribaudo potrebbe essere interessata a correre per un posto a Bruxelles: ne avrà parlato nel pranzo assieme a Valle e Rossi?