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In silenzio, recensione: quando le serie spagnole virano sul dark

di Stefano Di Maria

E’ uscita questo mese IN SILENZIO, serie Netflix di quelle che non si dimenticano. E’ un thriller cupo, che si discosta molto dai prodotti spagnoli classici, quasi fosse una sperimentazione questo virare verso trame e atmosfere più dark, tipiche delle storie nordiche. Uno show riuscito bene, che convince e ipnotizza fin dalle prime scene.

IN SILENZIO – LA TRAMA

Sergio, conosciuto come “l’assassino del balcone” per avere ucciso i genitori gettandoli dal balcone di casa, viene fatto uscire dal carcere per entrare in un programma di monitoraggio della sua personalità. L’obiettivo è indagare la sua mente per capire se sia pentito e se è cambiato. Silenzioso fin dal suo arresto, parla con pochi e ha solo il desiderio di rivedere la sorella. A guidare il team di controllo, attraverso una capillare videosorveglianza, è Ana, che stranamente è attratta da lui, quasi ossessionata. Per quale motivo? quali segreti nasconde?

IN SILENZIO – LA RECENSIONE – Una storia dark fuori dai canoni spagnoli

Finalmente una serie spagnola diversa, che va altre l’intrattenimento e offre spunti di riflessione su temi importanti: primo fra tutti il controllo attraverso il Grande Fratello, l’infinità di telecamere che ormai riprendono le nostre vite ovunque andiamo, qualunque cosa facciamo. Siamo davvero sicuri che chi ci guarda lo faccia in modo professionale e non morboso, togliendoci quella privacy di cui ogni essere umano dovrebbe avere diritto?

La scrittura indaga, scava a fondo nella psicologia di anime tormentate, segnate da esperienze di vita che hanno devastato la loro mente, persone diverse da tutti gli altri, bisognose di amore e conforto. I due protagonisti, Aron Piper (famoso per il ruolo di Ander in ELITE) e Almudena Amor, sono perfetti nell’interpretare rispettivamente un ragazzo in cerca di redenzione e la psichiatra che nasconde più di un segreto, attratta da lui fisicamente e mentalmente. Degna di nota anche la performance degli altri interpreti, ciascuno dei quali riesce a dare grande credibilità a una storia a cui si può perdonare qualche situazione sopra le righe e vuoto narrativo.

Che IN SILENZIO sia una serie diversa dai comuni show spagnoli si nota anche dall’atmosfera che si respira: non ci sono i soliti colori accesi, bensì una fotografia che privilegia i grigi e i chiaroscuri, come a sottolineare gli animi ombrosi dei protagonisti. Si vede anche ben poco di Bilbao, la meravigliosa città basca in cui è ambientata, facendo muovere piuttosto i personaggi negli stessi uffici e nelle stesse case, simbolo di quella prigione mentale che tormenta i personaggi.

IN SILENZIO è una serie destinata a non finire nel dimenticatoio dell’immenso catalogo Netflix. Lascia il segno e si vede fin dalle prime battute, sino al finale che apre a un secondo capitolo ma potrebbe anche chiudere definitivamente il cerchio. Per altro in modo sorprendente.

VOTO: 4/5

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