Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

"L'autostrada brianzola che verrà realizzata anche sulle aree contaminate dalla diossina"

Pedemontana / Seveso

La preoccupazione degli abitanti di Seveso, Meda, Desio e Cesano Maderno malgrado le rassicurazioni dell'azienda e della Regione Lombardia

Il 10 luglio 1976 il disastro dell'Icmesa. La Brianza al centro delle cronache internazionali per quell'incidente con la diossina che fuoriuscì dall’azienda chimica e quella nube di polveri inquinanti che coprì una grande area attorno alla fabbrica causando il più grave disastro ambientale della storia italiana. E a quasi mezzo secolo da quel drammatico giorno di un’afosa giornata d’estate, la diossina di Seveso torna (nuovamente) a far paura. Perché proprio su quei terreni contaminati verranno eseguiti gli interventi per la costruzione di Pedemontana. Già nel 2016 dalla società autostradale erano arrivate le rassicurazioni di interventi di bonifica. Pedemontana annunciava che dai rilievi eseguiti era emerso che la diossina si era depositata sulla superficie del terreno restando circoscritta ai primi 2 metri senza diffondersi in profondità. Ma i cittadini hanno ugualmente paura. 

Ecco perché domani, sabato 10 giugno, a Milano davanti al Palazzo della Regione Lombardia scenderanno a manifestare contro la realizzazione di questa autostrada anche i componenti del Coordinamento No Pedemontana Seveso, Meda, Cesano Maderno e Desio. "Per noi Pedemontana diventa una sorta di seconda Icmesa - spiega Davide Biggi,  componente del Coordinamento -. In quei terreni che verranno smossi per la realizzazione dell’autostrada c’è la diossina. La grande paura è che con le movimentazioni della terra le polveri si disperderanno nell’aria. Così come durante il trasporto della terra movimentata sui camion per il trasferimento nelle discariche speciali. Pedemontana attraverserà proprio quei terreni dove c’era la maggiore concentrazione di diossina". Le rassicurazioni che sono arrivate dai tecnici non tranquillizzano per nulla i residenti di quelle zone. E il ricordo corre veloce a quel 10 luglio 1976 e soprattutto ai mesi e agli anni successivi al disastro dell’Icmesa. "Ai morti per tumori (ma non solo) che ci sono stati in molte famiglie non solo della cosiddetta zona A (la zona rossa dove maggiore era la concentrazione di diossina), ma anche nelle zone limitrofe come si legge nel documento presentato nel 2016 da ISDE Italia e dal titolo Seveso 40 anni dopo: storia e insegnamenti di un disastro ambientale”, prosegue. 

Nel documento redatto dall’International Society of Doctors for Enviroment viene analizzato con numeri l’incidenza delle patologie oncologiche, non solo nella zona A. “Noi lì l’autostrada non la vogliamo - prosegue -. Anche se ci dicono che i livelli di concentrazione di diossina sono elevati solo in una determinata zona e che comunque l’area verrà bonificata, la movimentazione di terra inquinata è pericolossima. Già nel 1976 era stato fatto lo stesso errore delimitando la zona pericolosa solo ad un’area circoscritta: la diossina circola nell’aria e l’aria si muove”.

Ma se non ci saranno ripensamenti dell’ultimo momento i giochi sono fatti. Il progetto di Pedemontana sulle aree contaminate dal disastro del 10 luglio 1976 è pronto e finanziato e i lavori dovrebbero iniziare tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.

Si parla di