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“La stessa malattia”. Ivano Marescotti, il dramma della morte del figlio. Chi era Mattia

La morte di Ivano Marescotti ha aperto una ferita nel mondo del cinema e della cultura italiana; 77 anni, una vita fatti di sacrifici, successi e dolori come quello mai superato della morte del figlio Mattia, scomparso a 44 anni. Fare un ritratto di Marescotti è molto più difficile di quanto si possa pensare. Geometra comunale prima, era diventato attore per caso alla soglia dei 40 anni: “Un giorno un amico attore mi chiese di sostituirlo in uno spettacolo”.


“Prima che Albertazzi mi notasse e mi prendesse per una tournée di 5 mesi, ero quasi ridotto a fare il barbone. Mangiavo panini e dormivo in un sacco a pelo, senza una casa”. Poi il successo e oltre 50 film. Versatilità assoluta e capace di spaziare da ruoli comici, che gli hanno regalato la popolarità, a quelli drammatici, che nel corso di una carriera cinematografica iniziata nel 1984.

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Ivano Marescotti, anche il figlio Mattia morì per un tumore: aveva 44 anni


Ha lavorato con registi quali Anthony Minghella, Ridley Scott, Roberto Benigni, Marco Risi, Pupi Avati, Sandro Baldoni, Maurizio Nichetti, Carlo Mazzacurati, Antonello Grimaldi e Klaus Maria Brandauer. Il 10 febbraio 2022, con un post sulla sua pagina Facebook, Marescotti aveva annunciato la decisione di ritirarsi dalle scene per dedicarsi esclusivamente al Teatro Accademia Marescotti, la sua scuola di teatro con sede a Ravenna.

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Teatro che è stato sempre la sua vita e lo ha aiutato nei momenti più difficili come emerge dal libro autobiografico nel quale racconta le ultime ore e poi l’addio al figlio Mattia come lui morto per un tumore. “Ciao Mattia, ci vediamo domani, ciao. Aprì gli occhi. Le labbra accennarono un movimento, ma non ne uscì nulla. Non stetti a insistere e lui si riassopì. Uscendo dalla stanza lo guardai, disteso sul letto, fra altri due malati”.

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“Pensai che quell’immagine sarebbe stata probabilmente l’ultima di lui vivo”. Marescotti raccontò di essere andato in scena a teatro il giorno dopo la morte del figlio e aveva fatto lo stesso quando era morto suo padre. Ci sono dolori che non si possono superare – aveva detto – . Sono andato in scena il giorno del funerale di mio padre e anche di quello di Mattia. È stata la mia elaborazione del lutto. La sovrapposizione delle risate del pubblico e del mio pianto fu incredibile. Ma è proprio lì che mi sono sentito più vicino a loro, molto di più che accanto alla loro bara”.