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La storia di Mame Khoudia Diop, 23 anni, nuova capa della Consulta immigrati di Trieste

Ha 23 anni, è originaria del Senegal e si chiama Mame Khoudia Diop, la nuova presidente della Consulta degli immigrati. Eletta il 20 marzo, è la prima persona africana a ricoprire questo ruolo. Malgrado la sua giovane età è già mamma di due bambini e manager in un'azienda che importa prodotti dal Senegal: si è proposta per l'organismo consultivo del Municipio quando era incinta del secondo figlio. Con emozione, e un po' di stupore, ha visto poi il suo nome scelto tra gli altri candidati. E adesso è pronta ad affrontare questa nuova avventura con tanta grinta.

Un successo inaspettato

"Ho sempre amato il fatto di poter dare qualcosa agli altri - ha dichiarato la donna al Piccolo di Trieste - quindi quando ho visto l'opportunità della Consulta ho pensato di provarci. Non mi aspettavo di essere eletta subito - ammette - soprattutto per la mia età, perché c'erano altre persone più grandi e con più esperienza, anche se in cuor mio speravo di potercela fare. Ci ho creduto molto. Sono convinta che, quando parli con l'amore e la passione, puoi vincere ovunque. E così è stato". Mame Khoudia è arrivata a Trieste tra il 2010 e il 2011 con la madre e i suoi tre fratelli, raggiungendo il padre, che viveva già lì. Dovevano fermarsi il tempo di una vacanza, "poi siamo stati iscritti in una scuola privata e la scelta è stata quella di continuare gli studi qui. E di fermarci tutti insieme. All'inizio è stata dura - ricorda - Venivamo da un luogo dove, con i miei fratelli, giocavamo sempre all'aperto, con i nostri coetanei, dove ci si conosceva tutti. Ci siamo ritrovati in una città dove si viveva di più al chiuso, e dove inizialmente non avevamo amici. È stato traumatico. Poi, dopo qualche anno, e dopo aver migliorato la lingua, ci siamo sentiti a casa".

Mame Khoudia Diop, nuova capa della Consulta degli immigrati di Trieste
Mame Khoudia Diop, nuova capa della Consulta degli immigrati di Trieste
Mame Khoudia Diop, nuova capa della Consulta degli immigrati di Trieste 

Gli studi e il matrimonio

Dopo gli studi la ragazza ha costruito una famiglia tutta sua. Una famiglia multiculturale: "Parliamo italiano, senegalese, francese e inglese. Ho voluto conservare alcune tradizioni del mio Paese, che ho tramandato anche ai bimbi. Anche se il Senegal è lontano e non è facile tornarci spesso, le origini sono sempre presenti nella nostra vita. Ma la realtà è che siamo un bel mix, che comprende anche usanze triestine". Mame Khoudia è una manager assistant in wolof, la lingua principale del Senegal, e anche in italiano e francese, in un'azienda che importa prodotti proprio dal suo Paese. E tra lavoro e bambini è pronta a intraprendere ora anche i compiti nuovi, che dovrà ricoprire come presidente della Consulta: "Ci sono già tanti argomenti sui quali confrontarci. In primo luogo serve parlare di integrazione. A Trieste c'è ancora bisogno di informare, di far conoscere. Troppo spesso ci si ferma davanti all'aspetto di una persona, senza capire chi è, la sua storia e quello che fa. Capita anche a me, dopo tanti anni. La mia famiglia mi ha sempre appoggiata in tutto e mio marito mi dà tanta forza e mi incoraggia a inseguire i miei sogni. Ed è così anche ora. Voglio parlare soprattutto di integrazione. È quello che a me è stato offerto da tre insegnanti del Carli, che mi hanno aiutata a imparare l'italiano anche con lezioni extra scolastiche gratis. Mi hanno resa una donna forte e ambiziosa e mi hanno sempre detto che l'indifferenza è il peggior nemico".