Il vicepremier insiste sull'avvio dei cantieri nell'estate del 2024. Fratelli d'Italia e Forza Italia frenano. Sullo sfondo c'è il silenzio della premier in pubblico che però a porte chiuse avrebbe invitato i suoi alla "serietà" senza cedere a "promesse da campagna elettorale"
"Quando fai la legge di bilancio cadono tanti uccelli del malaugurio. O un finanziamento per il Ponte c'è o non c'è', terzium non datur. E visto che siccome ci sarà...". Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, intervenendo al convegno The Young Hope rilancia uno dei suoi temi più cari. Il leader leghista insiste sulla sua linea e sulle date: "L'obiettivo è aprire i cantieri, dopo 52 anni di parole, nell'estate del 2024. L'obiettivo è che il primo treno attraversi il collegamento stabile tra Palermo, Reggio, Roma, Milano, Berlino e Stoccolma, nel 2032".
Salvini parla, rassicura, promette. A poco sembra essere valso il richiamo della premier Meloni che nel corso dell'ultimo Consiglio dei ministri ha invitato i responsabili dei dicasteri alla concretezza senza cedere a promesse elettorali. Meloni non avrebbe gradito le misure spot annunciate da Salvini, dal condono edilizio alla pace fiscale passando appunto per il Ponte. La frecciata - nessun riferimento diretto è stato pronunciato, è bene sottolinearlo - sarebbe stata diretta proprio a lui, vicepremier ma leader di partito in piena campagna per le Europee. Salvini sul momento avrebbe incassato il colpo in religioso silenzio. Oggi è però tornato a parlare di investimenti e opere. "La norma che dà vita al ponte sullo Stretto compie 52 anni a dicembre. L'obiettivo è che il cinquantaduesimo compleanno coincida con la copertura economica dell'intero costo che non dovrà superare i 12 miliardi nei prossimi 10 anni", ha aggiunto Salvini dicendosi "assolutamente soddisfatto di quello che abbiamo fatto in questi 11 mesi".
La sua voce però è sempre più sola. Gli alleati sul Ponte frenano. Da giorni prevale la prudenza. Questa la parola d'ordine in casa Fratelli d'Italia, come in Forza Italia.
Un primo bagno di realismo è arrivato dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. "Il fondo opere infrastrutturali - ha spiegato - finanzierà come anche altre infrastrutture anche il Ponte sullo Stretto di Messina. Il profilo temporale dell'impegno economico dipende dal profilo temporale del progetto e dei relativi stati di avanzamento. Il Mit ha trasmesso una scadenza temporale dell'impegno e quindi nel 2024 ci sarà un primo stanziamento connesso all'effettiva allestimento del cantiere"
Il capogruppo di FdI alla Camera e fedelissimo di Meloni, Tommaso Foti, è stato cauto sulle tempistiche. Per Foti nella prossima manovra ci potrà essere "essere una posta di bilancio che riguarda un programma pluriennale". "Dubito che" il prossimo anno "saremo già agli appalti", ha chiarito.
"Bisogna essere sempre seri, ai cittadini bisogna dire sempre la verità, non prenderli in giro, non fare né promesse apocalittiche né analisi distruttive", le parole dell'altro vicepremier, Antonio Tajani. "Fermo restando che (il Ponte, ndr) si deve fare perché è un impegno che noi di Forza Italia abbiamo preso ed era una scelta fatta da Silvio Berlusconi - ha aggiunto - vedremo quali saranno i tempi e quali gli investimenti che si possono fare in questa manovra".
Più diplomatico il ministro della Protezione Civile e per le Politiche del mare Nello Musumeci. "Che il cantiere apra il prossimo anno o quello successivo è un tema che non mi appassiona. Certo è che questo governo vuole fare il ponte, non per capriccio, ma perché è un'infrastruttura strategica per collegare l'Europa", ha detto a SkyTg24. Salvini, di fatto, è sempre più solo a capo di un progetto ancora senza data di inizio.
Continua a leggere su Today.it...