Dopo le notizie emerse in merito alla truffa dei pascoli ‘fantasma’, che vede in tutto 13 trentini coinvolti nelle indagini della Guardia di Finanza, interviene il presidente della Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi: “La mafia dei pascoli è un fenomeno criminoso che nuoce alle aziende, agli allevamenti e alla nostra economia che, ancora oggi, si riconosce nell’onestà delle aziende zootecniche che continuano una tradizione millenaria con sacrificio e passione”
TRENTO. “In riferimento alla truffa dei pascoli ‘fantasma’, che interessa alcune aziende agricole fittizie, non possiamo che ribadire la nostra ferma condanna rispetto a questi gravi reati e confermare l’impegno che da anni vede Coldiretti in prima linea nel combattere il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel settore agricolo”. Sono queste le parole del presidente della Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi dopo le notizie emerse sulla maxi operazione della Guardia di Finanza (“Transumanza”) che vedrebbe coinvolti nelle indagini anche 13 trentini, proprio per quanto riguarda i cosiddetti ‘pascoli fantasma’ per truffare l’Unione europea (Qui Articolo).
L’associazione per delinquere, nata con lo scopo di intascare milioni di euro di fondi pubblici per pascoli inesistenti, era operativa dal 2014 e avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli Pac rilasciati gratuitamente dalla Riserva nazionale dei Titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli.
“La mafia dei pascoli – sottolinea Barbacovi – è un fenomeno criminoso che nuoce alle aziende, agli allevamenti e alla nostra economia che, ancora oggi, si riconosce nell’onestà delle aziende zootecniche che continuano una tradizione millenaria con sacrificio e passione. Un malaffare che alimenta il business delle agromafie che in Italia vale 24,5 miliardi di euro con una crescita che sembra non risentire della stagnazione dell’economia italiana e internazionale”.
È necessario secondo la Coldiretti garantire la legalità a tutela degli agricoltori e degli allevatori che lavorano onestamente e che sono direttamente e indirettamente penalizzati da questo e dai diversi fenomeni di illegalità che colpiscono il settore agroalimentare. “Noi ci battiamo da anni per contrastare il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata anche attraverso la costituzione dell’Osservatorio nazionale sulle agromafie. Tutelare gli allevatori significa anche difendere i presidi delle montagne ed evitare lo spopolamento e l’abbandono delle zone più marginali. Inoltre, malghe e pascoli sono fondamentali per salvaguardare le eccellenze e le produzioni legate alla nostra storia e alle nostre tradizioni, con risvolti positivi anche per il settore turistico”.
L’operazione della guardia di finanza sta investigando il giro di affari illecito su cui si sospetta anche la mano della “mafia foggiana”. Secondo gli investigatori, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.