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Meloni: “Modificare il Pnrr è un lavoro delicato, serve la massima attenzione. Il governo intende utilizzarlo pienamente d’intesa con Ue”

ROMA. Il governo sul Pnrr ha lavorato fin dal suo insediamento, di concerto con l'Ue, ad una «fase di ricognizione fondamentale perché propedeutica al passo successivo: l'intensificazione del confronto, come stabilito con l'Unione europea, per formalizzare le proposte di modifica al Piano entro la scadenza prevista del 31 agosto 2023, con la contestuale integrazione del capitolo REPowerEU. Si tratta di un lavoro estremamente delicato che il Governo sta portando avanti con la massima attenzione e con grande responsabilità».

E' quanto afferma la premier Giorgia Meloni nell'introduzione al terzo rapporto sul piano di attuazione del Pnrr. La premier spiega che l’«obiettivo è chiaro: ottimizzare al meglio l'occasione che arriva dal Pnrr, compiendo scelte strategiche, chiare ed efficaci, velocizzando al massimo le procedure e garantendo che le risorse possano arrivare a terra. Il governo - afferma - continuerà a lavorare, d'intesa con la Commissione europea, non solo per conseguire i prossimi obiettivi semestrali ma per dare piena attuazione a tutto il Piano, che è e continuerà ad essere uno strumento cruciale per la crescita, l'innovazione e lo sviluppo dell'Italia. Si tratta di un elemento strategico», ha proseguito la premier, e il governo intende utilizzarlo pienamente».

«Conferme Ue su Autorità politica unica»
«In questo quadro - spiega la premier - si inserisce la scelta di individuare un'unica Autorità politica responsabile per l'attuazione del Pnrr e delle Politiche di Coesione. Una decisione la cui bontà è stata confermata dalla recente raccomandazione della Commissione Ue per l'Italia nell'ambito del semestre europeo e che nasce dall'esigenza di assicurare una maggiore sinergia tra le diverse fonti di finanziamento, sia per garantire che le risorse vengano effettivamente spese sia per privilegiare misure di qualità e in grado di avere effetti sul Pil». In quest'ottica «rientra anche la decisione del Consiglio europeo straordinario del 24 febbraio scorso, che - ha concluso Meloni - ha accolto e fatto propria la proposta dell'Italia di assicurare una maggiore flessibilità e integrazione sui programmi esistenti e sull'uso delle risorse europee già programmate»

La nascita del piano e i cambiamenti geopolitici
Poi, Meloni ha ribadito la genesi del piano: “E’ nato in un periodo storico diverso da quello attuale», ha spiegato. «La guerra di aggressione della Federazione Russa all'Ucraina, e gli shock energetici, economici e sociali che ne sono seguiti, hanno fatto emergere nuove priorità di cui è necessario tener conto e la conseguente necessità di aggiornare il Piano. Per questo, fin dal suo insediamento, il Governo ha lavorato di concerto con la Commissione europea e con tutte le Amministrazioni responsabili per verificare il rispetto dei termini previsti ed effettuare una ricognizione puntuale e dettagliata dello stato di attuazione del Piano».