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Migranti, che cosa prevede il nuovo accordo raggiunto dai Paesi europei

Dopo sette anni di negoziati, i Paesi europei hanno raggiunto l’accordo – definito «storico» - sul nuovo Patto per l’Asilo e Migranti. Durante il consiglio Affari interni, a Lussemburgo, sono state aggiornate le procedure per la gestione delle frontiere e dell’immigrazione: cambierà sia il modo in cui i richiedenti asilo vengono trattati alla frontiera sia il modo in cui vengono ricollocati in tutta Europa.

Secondo il nuovo regolamento, tutti gli Stati dovranno partecipare alla redistribuzione dei migranti. In alternativa, i governi potranno scegliere di versare 20 mila euro per ogni migrante non accolto al fondo comune per la gestione delle frontiere esterne («solidarietà obbligatoria»).

Tutte le domande di asilo dovranno essere esaminate con una «procedura di frontiera», entro 12 settimane, e lo Stato avrà la responsabilità dei migranti arrivati sul suo territorio per 24 mesi (prima erano solo 12). Inoltre, gli Stati membri potranno definire in autonomia un Paese di partenza o transito come «sicuro» e, quindi, potranno attuare i rimpatri anche verso uno Stato di passaggio. I Paesi di frontiera come l’Italia, la Grecia e la Spagna, saranno tenuti a rinforzare i controlli per evitare i «movimenti secondari», cioè i trasferimenti dei migranti richiedenti asilo verso i Paesi del Nord Europa.

Polonia e Ungheria hanno votato contro il nuovo regolamento, mentre Malta, Lituania, Slovacchia e Bulgaria si sono astenute.

«L'Italia ha ottenuto il consenso su tutte le proposte avanzate. In primis, abbiamo scongiurato l'ipotesi che l'Italia e tutti gli Stati membri di primo ingresso venissero pagati per mantenere i migranti irregolari nei propri territori», ha spiegato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «L'Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell'Europa. Abbiamo ottenuto la creazione di un nuovo fondo europeo per i Paesi terzi di origine e transito dei flussi per la dimensione esterna e nel sistema, come misura di solidarietà obbligatoria complementare ai ricollocamenti».

Il nuovo regolamento sarà discusso dal Parlamento europeo nelle prossime settimane, e per l’approvazione definitiva ci sarà tempo fino ai primi mesi del 2024.