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Milan, Costacurta: “Posizione Pioli in panchina salda”

L'ex bandiera rossonera sul tecnico campione d'Italia: "Non è il maggiore responsabile"

Alessandro Costacurta ha parlato rispondendo a 360° del Milan, della corsa Champions, della prossima sfida tra i rossoneri e il Napoli. A proposito della rincorsa verso un posto ‘all’Europa che conta’, l’ex bandiera rossonera sostiene che Pioli non corre rischi. “Io vedo la sua posizione salda. Quello che Stefano ha fatto la scorsa stagione è encomiabile, quest’anno non si può impuntare al tecnico la colpa del calo. Di certo, non è il maggiore responsabile”, ha detto l’ex difensore rossonero e oggi commentatore per Sky Sport.

“Vero che a Udine ha ammesso che, forse, doveva accorgersi che qualcosa non andava. Però – sottolinea – è altrettanto vero che, quando si vince lo scudetto in maniera quasi inaspettata, l’anno dopo è tutto molto più difficile, i giocatori pensano di essere dei campioni. Successe anche a noi, nel ’99. Non c’è persona al mondo che possa ri-vincere l’anno successivo se la squadra non è la più forte. Non bisogna mai scordare che Pioli ha grandi meriti nello scudetto”, spiega. Osimhen e Kvaratskhelia sono i volti copertina del Napoli: chi è il simbolo di questo Milan, invece? “Dico Theo Hernandez, per gli alti e bassi mostrati in questa stagione. Capace di passare da una grande prestazione a Londra e poi a faticare contro la Salernitana. I limiti di questo Milan – prosegue – rispecchiano un po’ la discontinuità dei giocatori. E lo stesso discorso lo applico a Leao, che non considero ancora un campione. L’anno scorso ha dimostrato di essere decisivo e importante, ma serve il salto di qualità, soprattutto nel palcoscenico europeo. Poi magari tra qualche giorno mi smentirà subito”.

Le sfide col Napoli, tre match in 20 giorni

Milan e Napoli avversarie tre volte in meno di 20 giorni, un confronto che ha il sapore delle grandi sfide di inizio anni ’90: “A San Siro siamo sempre andati abbastanza bene. Il problema erano le trasferte al San Paolo…”, prosegue Costacurta. “Le delusioni non sono mancate, anche se la sfida scudetto del 1988, doppietta di Virdis e gol di Van Basten, è un ricordo indimenticabile. Quello era un Napoli davvero forte. E che bello vedere quanti italiani scendevano in campo, quanti nazionali”. A proposito: contro la Salernitana, per la prima volta, si è visto un Milan con soli stranieri in campo dal 1′. Il problema dei pochi italiani in A impiegati pesa anche sulla Nazionale. “A un club può capitare una stagione in cui si schierano pochi italiani, ma a livello giovanile – sottolinea l’ex rossonero – le cose non vanno molto meglio. Anche lì, ci sono moltissimi stranieri. Scendendo nelle categorie, siamo come davanti a un baratro. Siamo sicuri che è il trend giusto?”.

Il Milan deve puntare sui propri punti di forza

“Il Milan deve puntare non tanto a sfruttare le debolezze, poche, del Napoli, bensì alle caratteristiche che lo hanno portato, nella scorsa stagione, a vincere lo scudetto”, ha aggiunto Costacurta a proposito dei prossimi confronti che vedranno una contro l’altra la squadra di Pioli e quella di Spalletti tra campionato e Champions League. “Servono la compattezza e l’organizzazione di squadra che recentemente si sono viste poco”, spiega a LaPresse. “Il Milan però ha saputo ritrovarle in occasione di gare importanti, come in Champions, contro il Tottenham. Solo così i rossoneri possono cercare di annullare le differenze che la classifica di campionato evidenzia”, prosegue.

“A livello europeo, però, qualcosa cambia. Una cosa è certa: se in campo scenderà il Milan visto contro la Fiorentina o l’Udinese, non ci sarà partita. Ma il palcoscenico della Champions – sottolinea l’ex difensore – offre delle motivazioni in più. E queste possono portare a colmare il distacco con il Napoli”. Del resto, si dice che la Champions sia storicamente la casa del Milan… “Attenzione: è la casa di un certo Milan, non del Milan di oggi”, dice Costacurta. “Ai miei tempi si era abituati alle serate di Champions, i giocatori di oggi non lo sono. Non è che basta sentire la musichetta della Champions per ‘trasformarsi’. Però, anche se analizziamo la rosa del Napoli a livello di giocatori non vedo grossa esperienza a livello europeo. E’ un elemento, questo, che può contribuire a rendere il doppio confronto nei quarti più equilibrato”, conclude.

La sorpresa Kim e le delusioni rossonere

E parlando proprio delle rose delle due squadre, Costacurta ha sottolineato che Kim “è la vera sorpresa del Napoli”. “Non me lo aspettavo così decisivo, lo considero quasi più importante degli attaccanti”, spiega a LaPresse. “Grazie a Kim la squadra riesce ad avere un baricentro spostato di 20 metri più avanti, ad aggredire maggiormente. Quando andò via Koulibaly – prosegue – dissi che era un problema, perché il Napoli avrebbe perso la capacità di giocare ‘alta’ chiesta ai suoi da Spalletti. Si tende a sottovalutare il lavoro di Luciano perché in carriera ha vinto poco, ma questo è un limite nostro. Lui ha sempre lavorato bene. E’ uno dei nostri migliori tecnici e sono contento che il suo lavoro venga finalmente riconosciuto. Compreso, ovviamente, quello sulla difesa”. “Quando frequentai il corso per allenatori – racconta Costacurta – venne una volta a fare lezione Spalletti, e mi impressionò la sua conoscenza dei meccanismi dei difensori centrali. Luciano e Gasperini sono, secondo me, i due più bravi a lavorare sui difensori centrali e a farli migliorare”.

Gli innesti rossoneri, invece, hanno deluso le aspettative. Si può spiegare così il ‘passaggio di testimone’ dal Milan scudettato al Napoli quasi campione? “Il nodo fondamentale è questo, il Napoli con i nuovi acquisti ha visto il suo livello crescere per poter ambire a diventare campione d’Italia e d’Europa. I nuovi del Milan – aggiunge – non hanno aiutato la squadra come si sperava. Però non va scordato che tra i rossoneri c’è stato anche un calo tra i protagonisti della scorsa stagione”. Qual è il maggior rischio che corre il Napoli in queste ultime settimane? “Conosco poco l’ambiente, ma Spalletti saggiamente mette continuamente paletti. I giocatori del Napoli non hanno mai lottato per traguardi importanti e, per esperienza, so che la palla a un certo punto diventa pesante. Ricordo che all’inizio della mia carriera, nelle ultime partite, quelle decisive, si cominciava a respirare un’aria diversa. Per loro fortuna, lo scudetto è in tasca, ma occhio all’Europa: non essere abituati a un certo tipo di pressione può rappresentare un serio ostacolo. Anche se – conclude – continuo a dire che in Champions il Napoli ha un’autostrada verso la finale. Dall’altra parte del tabellone ci sono formazioni molto più forti”.

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