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Mondiali 2022, le pagelle del Gruppo F: Marocco da applausi, Belgio disastroso

MONDIALI QATAR 2022

I "Leoni dell'Atlante" eliminano una delle big europee come il Belgio e chiudono in prima posizione, davanti alla Croazia. Rimandato il Canada, che nel complesso non ha sfigurato

L’Europa perde un pezzo pregiato come il Belgio, uscito di scena per effetto del terzo posto, davanti al solo Canada eliminato già dopo le prime due partite. In un avvincente Girone F sono allora il sorprendente Marocco e la Croazia vicecampione del Mondo in carica a scrivere il nome nella griglia di partenza della fase ad eliminazione diretta, che scatterà sabato 3 dicembre.

Canada – Voto: 5

Il bilancio è impietoso: tre partite, tre sconfitte. Ampliando il discorso alla precedente esperienza iridata targata 1986, si scopre che il Canada ha raggiunto El Salvador nel poco invidiabile record di k.o. subiti nella fase finale del Mondiale. Eppure, i canucks non escono dalla manifestazione completamente malconci. Nell’economia del risultato finale pesa la sconfitta con il Belgio all’esordio, maturata nonostante una performance all’altezza della situazione ed anche un rigore fallito che avrebbe sicuramente indirizzato la gara su binari più favorevoli. Anche la battuta d’arresto con la Croazia, che ha preso forma dopo l’iniziale vantaggio, ha assunto proporzioni ingenerose considerando che per un tempo e mezzo il Canada è restato pienamente in partita, arrendendosi solo nei venti minuti conclusivi. Poco attendibile, infine, l’1-2 contro un Marocco con maggiori motivazioni: ad una prima frazione trascorsa in balia dei nordafricani, la squadra di Herdman ha però fatto seguire una ripresa in cui ha accorciato le distanze sfiorando anche il pari. C’è insomma, materiale su cui lavorare, e talento da sfruttare in previsione dell’appuntamento iridato del 2026, organizzato insieme a Stati Uniti e Messico.

Belgio – Voto: 4

Eliminato, nel peggiore modo possibile. Più che un’uscita di scena, per i “Diavoli Rossi” in Qatar si consuma un’autentica disfatta. Il Mondiale parte in sordina, con un match inaugurale contro il Canada che lo vede vincente ma non convincente, però lo striminzito 1-0 – nella logica di una competizione così serrata in cui è quasi esclusivamente il risultato a contare – porta comunque in dote tre punti importanti. Poi, arriva il crollo: prima sul campo, con lo 0-2 contro il Marocco, poi negli spogliatoi con le indiscrezioni sulla rissa sfiorata (non confermata ufficialmente) seguente alle bordate a distanza davanti ai microfoni tra Vertonghen e De Bruyne, in merito all’età troppo avanzata di alcuni senatori e pertanto non più adeguata per pensare di vincere il Mondiale. A fare da paciere, sempre stando ai rumors, era stato Lukaku. Beffardo che sia stato proprio lui, impiegato solo part-time per via di una condizione fisica imperfetta, a condannare i “Diavoli Rossi” nella gara decisiva contro la Croazia (peraltro la migliore giocata in Qatar), con una sfilza di errori macroscopici sotto porta nel secondo tempo che lo ha visto in campo al posto di Mertens. Lui, che era stato decisivo con tre reti nelle ultime due sfide contro Modric e soci. Ed al posto del gol che avrebbe potuto clamorosamente invertire l’ordine della classifica e regalare la qualificazione, arriva invece una scia di rimpianti per un altro, gigantesco flop in una manifestazione importante da parte di quella che veniva da tutti comunemente definita come “la Golden Generation”. Che di aureo, però, ha solo la qualità sprigionata da diversi interpreti e la bellezza di un calcio la quale resta, nuovamente, fine a se stessa.

Marocco – Voto: 8,5

I “Leoni dell’Atlante” volevano entrare nella storia, e ci sono pienamente riusciti. Il Marocco si qualifica per gli ottavi, da prima nel girone e peraltro con pieno merito, grazie ad un gioco che nella sua organizzazione e nel rigore tattico lo fa assomigliare più ad una nazionale europea, distante cioè da quell’indisciplina che a volte sconfina nell’anarchia, tratto distintivo di diverse nazionali africane, capaci di elevarsi con colpi di genio e poi sprofondare nella sregolatezza. I “Leoni” di talento ne hanno, ma riuscire ad abbinarlo alla solidità ed al pragmatismo ha tramutato il Marocco in una delle realtà più convincenti di questa prima fase. Capace di imbrigliare la Croazia all’esordio, di stendere con autorità il Belgio e di giocare una mezz’ora stellare con il Canada, seguita ad onor del vero da quaranta minuti di preoccupazione per un autogol che ha riaperto il match e probabilmente dalla paura, appena sotto il striscione, di tagliare convintamente il traguardo. Manca un bomber di razza, questo è vero, del medesimo spessore di un centrocampo "di lotta e di governo", per attitudine a costruire e contrastare concedendo poco, e di una difesa che prende gol con il contagocce. Ma questo non attenua la pericolosità della squadra di Regragui, che aggredisce e riparte, offende e difende: cliente difficile, per chi se lo troverà davanti.

Croazia – Voto: 7

Il fatto che, nei due mondiali disputati in cui ha superato il secondo turno, sia poi arrivata fino in semifinale la mette di diritto nell’elenco delle sorvegliate speciali. E questo al di là di quanto fatto vedere in una Pool in cui la luce si è accesa ad intermittenza contro il Marocco, ha raggiunto la massima potenza nel 4-1 al Canada ma si è affievolita nella seconda metà della sfida decisiva contro il Belgio, rischiando peraltro di spegnersi del tutto (citofonare Lukaku per chiarimenti). La Croazia si presenta agli ottavi con un solo gol subìto, peraltro nella gara più semplice, con la certezza di un centrocampo che solfeggia calcio a supportare un attacco che ha cambiato in parte connotati. L’attitudine di Kramaric a lavorare spaziando sul fronte offensivo e partendo largo per poi accentrarsi ne ha suggerito il dirottamento sull’esterno, lasciando a Livaja il compito di riferimento centrale. A parte la scorpacciata col Canada, nei due 0-0 delle altre partite il motore dell’attacco croato è effettivamente sembrato un po’ ingolfato. Ed a cantare sono i vari Modric, Perisic, Brozovic e Kovacic: intonati ed anche disposti, in caso, a segnare e contestualmente portare la croce.

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