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Oltre 1.300 chilometri di rete e perdite tra le più basse in Italia: ecco come Novareti fronteggia la crisi climatica. “Nessuna criticità nonostante la siccità”

TRENTO. “Per noi il successo più grande è quando, pur in situazioni critiche, i cittadini non si accorgono di nulla: spesso riusciamo a renderci conto di una potenziale problematica addirittura prima che si verifichi, intervenendo per risolverla prima che si segnalino eventuali disagi”. Ed è proprio in quest'ottica di prevenzione e di attenzione nei confronti dei cittadini e del territorio, spiega da Novareti Matteo Frisinghelli, che si muovono gli interventi della società del gruppo Dolomiti Energia specializzata nella gestione del servizio idrico, compresi quegli investimenti a lungo termine che, tra digitalizzazione e uno sguardo sempre rivolto alla sostenibilità, permettono oggi alla realtà trentina di affrontare lo straordinario periodo di siccità che sta interessando il nostro territorio potendo contare su una delle reti acquedottistiche più efficienti a livello italiano, con una percentuale di perdite pari alla metà di quella nazionale. Ma come funziona il 'sistema circolatorio' in grado di portare l'acqua fin dentro le case dei cittadini? Quali sono le sfide e le attività di manutenzione da portare avanti ogni giorno sul territorio?

LE ATTIVITA'

Per rispondere a queste domande il Dolomiti ha parlato proprio con Frisinghelli, responsabile operativo del Servizio idrico di Novareti. Innanzitutto in Trentino la società di Dolomiti Energia gestisce un totale di oltre 1300 chilometri di tubazioni tra Trento, Rovereto e altri 7 Comuni (Ala, Aldeno, Calliano, Mori, Isera, Nomi e Volano). “Nel contesto del servizio idrico – spiega Frisinghelli – Novareti gestisce sia la parte d'acquedotto che quella delle fognature. In sostanza dalla fonte, dove l'acqua viene prelevata, lavoriamo per la captazione, potabilizzazione, distribuzione e gestione della risorsa idrica, per il suo arrivo nei depuratori per quanto riguarda le acque nere e per il rilascio in fiumi e torrenti delle acque di pioggia”. Un processo che Novareti rende possibile ogni giorno, partendo dalle sorgenti e fino ai rubinetti delle case. Gli esperti della società analizzano in primis l'acqua in maniera molto scrupolosa grazie all'attività del laboratorio dedicato del Gruppo Dolomiti Energia. Grazie alle opere di captazione la risorsa idrica viene quindi convogliata verso le infrastrutture di stoccaggio (con una serie di serbatoi in grado di immagazzinare, in alcuni casi, fino a 15mila metri cubi d’acqua), viene resa potabile quindi adatta al consumo umano senza rischi e infine di distribuzione nelle case.

L'ACQUEDOTTO

La metafora utilizzata dagli addetti ai lavori è quella di un vero e proprio 'sistema circolatorio', che per la maggior parte è completamente sotterraneo e quindi 'invisibile'. “Sotto ogni strada c'è almeno una tubazione di acquedotto – dice Frisinghelli – le arterie principali sono le tubazioni dorsali dalle quali si diramano poi le vene secondarie ed i capillari, che in questa metafora rappresentano gli allacciamenti verso le case. La quasi totalità del sistema però si sviluppa sotto terra, abbiamo soltanto alcuni punti 'visibili', le sorgenti ed i serbatoi. Da lì dobbiamo renderci conto di come funzionano le cose”. E contando che solo a Trento sono circa 850 i chilometri di tubazioni presenti, è chiaro come si tratti di una gestione complessa, in particolare per il capoluogo, dove l'acquedotto si sviluppa anche in collina fino ad arrivare sul Bondone. A livello geografico, continua l'esperto: “A Trento i pozzi principali sono lungo l'Adige e l'Avisio. Il grosso della portata arriva dal campo pozzi principale a Trento Nord, da dove si fornisce il 50-60% della portata cittadina, e altre opere di presa sono presenti nella zona est della collina, mentre il serbatoio principale è a Meano”.

Il sistema acquedottistico del capoluogo è nato oltre 2 secoli fa e i tecnici di Novareti si trovano quindi a lavorare ogni giorno con materiali diversi, molto eterogenei fra loro, tarando gli interventi in base alle specificità dei materiali stessi. Inoltre il Gruppo Dolomiti Energia, per verificare la qualità dell’acqua, si occupa ogni anno, di garantire migliaia di analisi e controlli sull’acqua erogata che viene comunque verificata e controllata costantemente dall’Azienda sanitaria.

DIGITALIZZAZIONE, SOSTENIBILITA’ E INNOVAZIONE

In questo contesto una delle priorità di Novareti è l’efficientamento della rete stessa, con uno sguardo sempre rivolto agli aspetti legati alla sostenibilità: “Al campo pozzo di Spini per esempio – dice Frisinghelli – stiamo installando dei pannelli fotovoltaici per alimentare le pompe con energia pulita e autoprodotta”. Un altro grande aspetto poi è ovviamente relativo alla riduzione delle perdite, un campo nel quale Novareti investe molto con risultati rilevanti a livello nazionale, in particolare grazie alla digitalizzazione: “Da anni il Gruppo ha iniziato a digitalizzare impianti e reti, creando quindi una cartografia digitale che contenga tutte le informazioni relative alla posizione della tubazione, ai materiali utilizzati, all'anno di posa, alla profondità, alle rotture subite in passato e via dicendo”. Gli oltre 1.300 chilometri di tubazioni e tutti gli impianti  di Novareti sono, in sostanza, monitorati 24 ore su 24, 7 giorni su 7: “Si lavora sulla ricerca perdite ma non solo. Oggi le reti sono potenziate in maniera intelligente. In particolare stiamo creando dei 'distretti', delle zone dove mantenere la pressione ad un livello ottimale: tornando al paragone con un sistema circolatorio, abbassando la pressione infatti da una parte si ottimizza 'l'aspettativa di vita' delle tubazioni stesse mentre dall'altra si riduce, in caso di perdita, la fuoriuscita di acqua”.

Alla mappatura digitale dell’intera infrastruttura è stato quindi associato un modello di calcolo ed un sistema di telecontrollo in grado di ‘tararela rete in tempo reale. “Si tratta del primo sistema di questo tipo in Italia – continua Frisinghelli – ma è stato possibile applicarlo grazie al lavoro fatto negli anni sulla raccolta dati e grazie ai continui investimenti”. Proprio per questo nel 2022, un anno estremamente difficile sul fronte della siccità, all'interno dei territori gestiti da Novareti: “Non abbiamo avuto criticità per i cittadini. Il nostro obiettivo è di lavorare sull’infrastruttura per renderla resiliente anche ai cambiamenti climatici. Sul fronte delle perdite per esempio, siamo riusciti a ridurle del 30-40% dal 2006, mentre nello stesso periodo il consumo totale di acqua a Trento è sceso da 55mila metri cubi al giorno a 39mila. In termini di perdite reali attualmente siamo sotto al 15%, la media in Trentino è di circa il 30%, in Italia si arriva anche al 40%. Già 15 anni fa abbiamo iniziato a notare come la disponibilità d'acqua dalle fonti stesse iniziando a diminuire: per questo i nostri investimenti guardano al futuro, anticipando le eventuali problematiche che potrebbero interessare il territorio fra 15-20 anni”.

LA RICERCA PERDITE

Guardando invece al presente, i tecnici di Novareti sono al lavoro ogni giorno per individuare le perdite presenti sul territorio: “Quelle ‘visibili’  a occhio nudo  – spiega Frisinghelli – sono poche, la maggior parte delle perdite è infatti sotterranea. Grazie alla rete di telecontrollo siamo in grado, analizzando i dati notturni nei quali i consumi sono ovviamente più bassi, di individuare le zone potenzialmente interessate da una fuoriuscita. Per trovare il punto esatto in cui intervenire però è poi necessario il lavoro delle nostre squadre”. Squadre che, grazie a tutta la strumentazione del caso e alle competenze dei tecnici, sono in grado di restringere sempre di più l’area delle ricerche, riuscendo così ad individuare il punto esatto nel quale l’acqua sta fuoriuscendo. Come? ‘Ascoltando’ le tubazioni stesse. “L'acqua che fuoriesce da un tubo – dice Frisinghelli – provoca una sorta di fruscio, un rumore, che viene captato dai nostri strumenti. In pratica dei sensori vengono posizionati agli estremi del tratto interessato e, in base al tempo di risposta dell'onda sonora la perdita viene individuata con precisione”.