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Pascale si ricorda di essere di sinistra e sfida la Schlein La novella Giovanna d’Arcore vuole fare la capa Lgbtq+

Francesca Pascale nuova paladina della sinistra

Francesca Pascale, la moglie della cantante Paola Turci, ha avuto una illuminazione. Dopo essere stata per tanti anni la donna di Silvio Berlusconi, il fondatore del moderno centro – destra, ora è diventata una specie di Bertinotti in gonnella.

Il pretesto per la scenata che ha fatto l’altro giorno è quello del ritiro del patrocinio al Roma Pride da parte della Regione Lazio governata da Francesco Rocca, eletto con il centro – destra. Quindi va al giornale di famiglia, Repubblica, e rilascia una intervista furiosa: “Come siamo arrivati ad avere un governo di ultra destra? Senza accorgerci. Questa è la paura che vive la comunità Lgbtq+, che a piccoli passi si piombi nell’omofobia. Quando questa maggioranza è accusata di essere omofoba e fascista, è la verità. Il primo tassello è stato di aggredire i bimbi di coppie omogenitoriali”.

La novella Giovanna d’Arcore punta a fare la capa degli Lgbtq+

Secondo la novella Giovanna d’Arcore l’utero in affitto “è un pretesto, la Gpa è un alibi per spaventare il popolo. Chi non è informato ritiene che si faccia solo utilizzando il bisogno economico. Ma basta regolarizzare la gestazione per altri, rendendola etica e solidale. Ma il Pride rivendica l’orgoglio omosessuale, cosa c’entra con la maternità surrogata? La Gpa non è tema da Pride. La destra vuole portare lo scontro sulla Gpa perché attecchisce di più. E poi le associazioni cattoliche, come Pro Vita, irrompono, attraverso una visione politica sovranista, sulla libertà altrui».

Siamo alla Gpa “etica e solidale”, ma si è scordata di aggiungere “sostenibile”.Bocciata. Deve andare a ripetizione da Pecoraro Scanio. Notare come furbescamente la Pascale non parli di “utero in affitto” ma utilizzi l’acronimo, incomprensibile ai più, di Gpa, “Gravidanza per altri”. Immaginiamo come si senta poi la mitica casalinga di Voghera, termine deliziosamente inventato da Alberto Arbasino, a sentire tutte queste sigle e siglette che mandano in estasi gli arcobaleni, come Lgbtq+ che diventerà col tempo “Lbgtq+wxzoprtfNonnaPaperagstm-+&” e chi più ne ha ne metta. Poi il tentativo di evitare la guerra civile con i progressisti quando dice che “la destra vuole portare lo scontro sulla Gpa perché attecchisce di più”. Infatti l’utero in affitto –chiamiamo le cose con il loro vero nome- è una vera e propria peste per i Lgbtquini perché mette in contrasto gay e transessuali con le femministe in una guerra civile arcobalena. Gli Lgbtq+ vanno in contrasto proprio con i diritti da sempre rivendicati dalle femministe.

È dunque chiara la manovra di allontanare la tematica che rischia di dimezzare la potenza del movimento di sinistra. Ma una domanda viene naturale.

Giovanna D’Arcore quando era la compagna di Berlusconi dove stava? Forse una entità aliena la possedeva? Quando c’era da vivere nel paradiso delle ville del Cavaliere la Pascale era su Marte? Non sapeva la Pascale che proprio Berlusconi aveva sdoganato la destra di Gianfranco Fini? Allora però non ballava la tarantola dell’omofobia e il Cavaliere, donnaiolo impenitente, gli stava benissimo.

E poi, visto che ce l’ha anche con le “associazioni cattoliche” come Pro Vita non lo sa che il Cavaliere c’aveva una zia suora ed è un cattolico praticante? Tutte domande che restano senza risposta ma che gettano luce sull’opportunismo della Pascale che è stata “arcobaleno a corrente alternata”. È evidente che la novella Giovanna D’Arcore punti a fregare il povero Vladimiro Guadagno in arte Vladimir Luxuria e diventare la leader politica degli Lgbtetcetc… ma se la dovrà vedere anche con Elly Schlein e la sua armocromista nonostante l’appello “ora facciamo tutti squadra intorno a lei”. Appunto. Per farla fuori.

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