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Pnrr all’italiana: semi invece di alberi. E che a Bruxelles non siano pignoli

Creatività: impegno a piantare milioni di alberi in cambio di soldi Ue. Comunicato a Bruxelles che abbiamo piantato semi. Non è lo stesso? Che non facciano i pignoli, sono alberi semi...piantati.

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Foto Ansa

Pnrr, Piano ripresa e resilienza. Ottimo, però già nell’acronimo pure “nazionale”. Secondo costume, capacità, organizzazione, abitudini e modus operandi anche culturale nazionali non ce la faremo a trasformare in cose concrete entro il 2026 i duecento e passa miliardi che la cattivissima Unione Europa ci ha dato sotto forma di prestiti iper agevolati e sotto forma di regali a fondo perduto. Non ce la faremo, anzi già non ce la stiamo facendo. E non era un pronostico azzardato quello per cui la nostra Pubblica Amministrazione (ma anche la nostra imprenditoria e anche la nostra società civile) non ce l’avrebbero fatta. Scuola, trasporti, sanità, ambiente…scegliere a caso una “specialità” dove siamo in ritardo nell’utilizzare davvero i miliardi a disposizione. Però una cosa ce l’abbiamo: la creatività.

Tra le altre cosucce e impegni vari nel contratto Italia-Ue c’era e c’è: noi Italia piantiamo milioni di alberi, voi Europa ci date i soldi per farlo. Abbiamo appena finito di comunicare (vedi Sole 24 Ore) che alberi a dimora, piantumazione alberi proprio no, ma abbiamo sparso un sacco, milioni di semi. Non è più o meno la stessa cosa? E che a Bruxelles non facciano i pignoli: semi saranno forse un giorno alberi. Magari tra 10 o 20 anni. O forse no. Comunque Ue spedisca i soldi per gli alberi, diciamo creativamente, semi…piantati. Noi la “mossa” l’abbiamo fatta. E’ il Pnrr all’italiana.