Psicosi transitoria acuta: è questo il disturbo di cui si è parlato in questi giorni, in riferimento a Carlos, 21 anni, figlio di Fabrizio Corona e Nina Moric. Qualche anno fa era stata la stessa showgirl a rivelare, su Instagram, che il figlio soffrisse di questo disturbo. Nei giorni scorsi, poi, anche Fabrizio Corona, ospite del programma tv Belve, è tornato a parlare della malattia di natura psichiatrica di Carlos. L’ex paparazzo non ha menzionato il disturbo ma ha parlato di un ‘malessere genetico’.
Che cosa si intende dunque per psicosi transitoria acuta? Per capirlo abbiamo rivolto alcune domande al dottor Massimiliano Dieci, responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Psichiatrica degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza.
Dottore, che cosa si intende per psicosi transitoria acuta?
«Il termine in realtà non è del tutto preciso. Tecnicamente si dovrebbe parlare di psicosi breve. È un disturbo per il quale una persona manifesta dei sintomi psicotici in modo acuto, ma per un lasso di tempo specifico. Per essere definita tale, la psicosi breve non deve durare più di un mese. Per questo è un disturbo la cui diagnosi si può fare solo a posteriori, una volta trascorso questo periodo di tempo».
A distanza di tempo, la psicosi acuta può ripresentarsi?
«In realtà bisogna distinguere situazioni diverse: può manifestarsi come caso isolato ma può essere anche il preludio di disturbi psichiatrici gravi come schizofrenia, disturbo bipolare o ancora disturbo schizzoaffettivo. Può quindi configurarsi, in questi casi, come un primo episodio che rientra ma che in seguito, mesi o anni dopo, riemerge come un disturbo psichiatrico e, purtroppo, cronico. Ci sono poi forme in cui si ripresentano solo episodi psicotici brevi non associati a patologie, ma sono davvero molto rare».
Come si manifesta la psicosi breve?
«Di solito ha un esordio molto acuto. Questo significa che la persona può stare bene e nel giro di poco tempo manifestare dei sintomi molto gravi, come sentire voci che non ci sono, avere convinzioni irrealistiche sul mondo, immaginare congiure, interpretare le cose in maniera patologica. Anche la disorganizzazione del pensiero è un tratto comune per cui il paziente mostra estrema confusione e i concetti che esprime non sono più chiari».
A che età compare più frequentemente la psicosi breve?
«Di solito compare più spesso in età giovanile»
Quali sono le possibili cause? Il disturbo ha un’origine genetica?
«In base a ciò che abbiamo detto, la psicosi acuta è da intendersi più come un sintomo che come una malattia in sé. È spesso una diagnosi provvisoria che viene chiarita con il tempo, quasi sempre in altri termini. Possiamo dire che ci sono malattie genetiche note che possono esprimersi anche con dei sintomi psicotici, come ad esempio la sindrome velo cardio facciale. E possiamo anche affermare che i disturbi psicotici, come appunto la schizofrenia e il disturbo bipolare, hanno una componente genetica. Questo significa che sappiamo con certezza che avere alcuni geni può predisporre l’individuo a sviluppare un disturbo dell’ambito psicotico».
Come si cura una psicosi acuta?
«Certamente bisogna intervenire con dei farmaci ma spesso vi è la necessità di procedere anche con un ricovero perché il paziente può mettere in atto comportamenti pericolosi. Le persone con psicosi acuta hanno un rischio molto alto di mettere in atto azioni suicidarie. Fuori dalla fase acuta, è fondamentale però associare ai farmaci un follow-up e un intervento psicologico».