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Raffaella Carrà e quel caschetto inno di libertà

La Raffa nazionale, che il 18 giugno avrebbe compiuto 80 anni, resta nel cuore e nell'immaginario come la bionda dal caschetto bombato, un taglio di capelli che nel tempo ha avuto piccoli aggiornamenti, ma che l'ha connotata dagli esordi rendendola un'icona rivoluzionaria. E già, chi lo avrebbe mai detto che quel look apprezzato in modo trasversale da donne e uomini di tutte le età, e orientamento sessuale, avesse una connotazione sovversiva. Talvolta non serve poi tanto per fare la differenza, se non il coraggio di voltare pagina. E lei l'ha fatto.

La fabbricazione di un modello

Il suo bob lungo, ordinato, da ragazza di copertina era un look che spopolava a livello internazionale. Tra Parigi, Londra e New York le signore e le signorine portavano tutte tagli facili da acconciare, che non richiedevano cotonature o bigodini e che, per chi lavorava ed era presa da mille impegni, rappresentavano una facilitazione nella routine quotidiana, come dire, il caschetto era come la lavastoviglie dell'hair styling: aveva reso libere le donne. L'hair look di Raffaella Carrà fu firmato dal parrucchiere delle dive Celeste Vergottini, che dagli anni ‘60 in poi, partendo da Bergamo per arrivare in via Montenapoleone a Milano, con le sue forbici creò le capigliature delle star italiane più in vista. Alla sua porta nel tempo bussarono nomi noti come la giornalista di moda Diana Vreeland, le modelle Veruschka, Fiona Campbell-Walter e Isa Stoppi. I caschetti mod, nella versione inglese o di ispirazione Yé-yé pop music, in quella francese, in Italia vennero tradotti nello stile della donna «vergottinata», con una lunga frangia che superava le sopracciglia e una «V» scolpita sulla nuca. La mano di Celeste Vergottini aveva creato il casco d'oro di Caterina Caselli nel 1966, quando a Sanremo cantava Nessuno mi può giudicare, e il corto bombato di Loretta Goggi, in La Freccia Nera, nel 1968.

Nel 1970 il caschetto con l'iconica firma a V comparve sull'angelico capo biondo di Raffaella Carrà, allora alla conduzione di Canzonissima insieme a Corrado, per fare la storia dell'hair styling in Italia e delle anchor women nostrane.