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Reggio Calabria, trovati 57 proiettili vicino alla procura antimafia

Un avvertimento, una minaccia, un'intimidazione? Di certo un messaggio inquietante. Cresce la tensione a Reggio Calabria dopo il ritrovamento di cinquantasette cartucce calibro 9 nei pressi del palazzo che ospita la procura antimafia e il tribunale. Cinquantasette - si ragiona in ambienti investigativi - come i giorni che hanno separato la strage di Capaci da quella di via d'Amelio, tra l'assassinio del giudice Giovanni Falcone e quello di Paolo Borsellino, nel 1992.

Solo un'ipotesi, una delle tante che al momento sono al vaglio per tentare di spiegare cosa sia successo. Chi ha lasciato quelle cartucce vicino a una delle zone più sorvegliate della città? Per quale motivo? Perché ce ne si è accorti solo chissà quanto dopo, quando quell'involucro nero è stato visto in un'aiuola? Le telecamere vengono passate al setaccio, è lì che si cerca una prima risposta. Ma ci vorrà tempo e la situazione appare delicata, non si può, né si vuole attendere. 

Nelle prossime ore, un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Massimo Mariani, servirà per fare il punto della situazione e valutare se rafforzare ulteriormente la sorveglianza sulle zone "sensibili" della città, a partire dagli uffici giudiziari.  

Nessuno si sbilancia, ma da quando quelle cartucce sono state individuate il clima negli uffici investigativi è teso. A trovarle sono stati i militari che presidiano la zona e in una delle aiuole del palazzo hanno visto un involucro, ricoperto di nastro adesivo nero, da cui uscivano due fili. Subito si è pensato ad un ordigno e sono stati avvertiti gli artificieri. Non c'era innesco, il pacco è stato aperto. All'interno c'erano le cinquantasette cartucce.  

È un numero su cui si ragiona. Non può essere casuale, ragionano gli investigatori, né quel pacco lasciato lì può essere considerato un semplice abbandono. L'inchiesta, inizialmente affidata al pm di turno, adesso è passata alla procura antimafia. Ma se dovesse trovare conferma l'ipotesi che dietro quel pacco ci sia un'intimidazione o un messaggio, toccherà alla procura di Catanzaro prendere in mano il fascicolo.