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Salernitana, è crisi tecnica: fiducia a tempo per l'allenatore Nicola

Calcio

La proprietà non ha gradito la sconfitta pesantissima subita a Reggio Emilia contro il Sassuolo e riflette sul destino del tecnico piemontese che è già in campo al Mary Rosy per allenare la squadra in vista della delicata partita casalinga contro l'Hellas Verona

Notte lunghissima e riflessione ad oltranza. Il campo, al Mapei Stadium, ha parlato ancora. No, non è stata una rondine che non fa primavera o - se volete, restando in tema autunnale - non è stata l'unica nuvola di questo inizio stagione. La batosta subita ad opera del Sassuolo fa il paio con l'interpretazione e il risultato maturati contro  il Lecce in casa e anche con i punti che la proprietà considera persi (2) contro la Juventus e contro l'Empoli. Ora la Salernitana è schiacciata pericolosamente sulla zona salvezza, nelle sabbie mobili e patron Iervolino sta decidendo se concedere fiducia a tempo all'allenatore, cioè legata all'esito della partita molto delicata contro il Verona, oppure cambiare. 

Lo scenario

Nicola guadagna 900mila euro all'anno per due anni. E' un allenatore-motivatore e ha salvato la Salernitana dal tracollo, l'anno scorso. I suoi meriti acquisiti sul campo gli hanno fruttato il rinnovo contrattuale. Il diesse De Sanctis, al suo arrivo, se l'è ritrovato nei piani tecnici, nel senso che è ovvio non si tratti di un allenatore scelto dal dirigente ma con il quale ha comunque condiviso un percorso fatto di scelte, di obiettivi. Non tutti centrati, a scriverla tutta: Bradaric, Sambia  e Vilhena da diverse partite lasciano adito a più di qualche dubbio, i primi due in particolare. Però sono anche arrivati fior di giocatori: Dia e Piatek in attacco più Bonazzoli, Maggiore e la riconferma di Lassana Coulibaly insieme a quella di Bohinen che manca come il pane alla squadra, poi Candreva, la riconferma di Mazzocchi, Lovato e Daniliuc in difesa. Tanti giocatori bravi avevano dato l'accelerazione al campionato, ma adesso la Salernitana pare sfilacciata e pensierosa. Subisce e non comanda; non fa l'andatura, perde molte seconde palle, duelli uno contro uno e contrasti. Che fare? La prima cosa, fatta d'istinto dal presidente tifoso è stata sbattere i pugni sul poggia mani della poltrona al Mapei Stadium. La seconda, da presidente imprenditore, è stata incollarsi al telefono e cominciare a consultare i propri stretti collaboratori. Adesso, sempre da presidente imprenditore, potrebbe sbattare i pugni sul tavolo: la gestione del mercato è costata 40 milioni di euro e la società si aspetta ben altre interpretazioni sul terreno di gioco. Perciò non si può escludere anche un cambio tecnico, se Iervolino dovesse ritenere la batosta di Reggio Emilia l'ultimo atto di un percorso che già riteneva balbettante e in disavanzo dopo il Lecce. Circolano molti cognomi di candidati alla panchina granata: Ranieri (al quale strizza l'occhio pure la Sampdoria che ha esonerato Giampaolo) è un gestore di uomini e risorse, poi ci sono Andreazzoli e Di Francesco. 

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