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Scontro politico a Belluno sulla sanità: "Comportamento infantile, collaborazione finita", le minoranze attaccano la maggioranza: "La mozione è tecnica"

BELLUNO. Con la maggioranza è finito il tempo della collaborazione. A dirlo sono i consiglieri dei vari gruppi di opposizione riuniti in conferenza stampa per denunciare quello che viene ritenuto un comportamento infantile che danneggerà l’intero Comune di Belluno e l’intera Provincia. Oggetto dello scontro è un progetto di mozione sulla sanità a firma di tutti i consiglieri di minoranza che verrà presentato al prossimo consiglio comunale del 31 maggio.

A spiegare genesi e contenuto della mozione è Giangiacomo Nicolini (Belluno D+) “Tutto è iniziato qualche mese fa quando è stato proprio il sindaco Oscar De Pellegrin a chiedere supporto sul tema della sanità. Negli ultimi mesi abbiamo quindi lavorato a un progetto di mozione da presentare in consiglio. La mozione è stata mandata al sindaco e ai capigruppo di maggioranza chiedendo la disponibilità di uscire tutti insieme per difendere il territorio".

Nella mozione di sei pagine c'è un dettagliato elenco di tutte le criticità che si sono accumulate nel corso degli anni sulla spalle della sanità bellunese. Mancanza di personale infermieristico e medico, riduzione dei posti letto, reparti che sono strutturalmente gestiti da medici gettonisti, una generale mancanza di pianificazione territoriale e la difficoltà a garantire anche i servizi più essenziali nei poli più distanti. Alle problematiche pregresse il presidente della Regione, Luca Zaia, ha risposto nominando come commissario dell’Ulss 1 Dolomiti Giuseppe Dal Ben (Qui articolo), il quale manterrà anche la sua carica di direttore generale dell’azienda ospedaliera Università di Padova.

Un “dirigente dimezzato”, come ha commentato Biagio Giannone, in rappresentanza della compagine consiliare di In Movimento. Le fortissime criticità territoriali e le perplessità in merito a questo doppio incarico hanno portato alla progettazione di questa mozione che intende impegnare il sindaco a richiedere un confronto diretto con Regione e governo per affrontare la situazione estendendo e condividendo il testo della mozione a tutti i comuni della Provincia e al suo presidente. Ma il progetto non ha raccolto gli entusiasmi della maggioranza.

"Dopo la condivisione della mozione non si inizialmente non si sono fatti sentire poi hanno tergiversato. Si è parlato di piccole modifiche ma senza entrare nei dettagli e senza presentare proposte di emendamenti. Alla fine è emerso che voteranno contro la mozione. A questo punto ho avuto un confronto telefonico con Luciano Bassi (Belluno al centro) e lui ha chiaramente detto che il motivo è esclusivamente politico. Nonostante la mozione sia tecnica, non può essere votata se presentata e firmata dai partiti della minoranza” continua Nicolini. E oltre al danno si aggiungerebbe la beffa: “In consiglio comunale verrà comunque presentato un ordine del giorno da parte della maggioranza che riporta in due pagine e mezzo la sintesi di sei pagine del nostro progetto di mozione”.

Su quale sia la questione politica sollevata dalla maggioranza Nicolini si è fatto un’idea ben chiara: “Quello che è stato fatto capire è che in maggioranza ci sono due partiti politici che non possono accettare la firma di un partito politico di opposizione come il Partito Democratico". Cosa trarre da questa decisione della maggioranza? La consigliera Claudia Bettiol (Pd) è netta al riguardo: “L’impressione che abbiamo da questa vicenda è che la maggioranza abbia una scarsa consapevolezza del problema della sanità bellunese. Se ne avessero e se avessero anche senso di responsabilità non si porrebbero problemi sulla paternità della mozione e non rischierebbero di far apparire il comune disunito all’esterno su un tema così fondamentale”.

La consigliera si chiede inoltre se il sindaco abbia consapevolezza di quale sia il mandato politico del commissario appena nominato, perché se sono indiscusse le capacità tecniche dubbi invece ci sono su quale sarà l’indirizzo della sua azione. E sul futuro osserva: “Hanno già chiesto collaborazione sul tema dei parcheggi in duomo, ma come si può chiedere collaborazione se le premesse su temi ben più importanti sono queste?”. La consigliera Lucia Olivotto (Insieme per Belluno Bene Comune) commenta poi guardando ai danni a livello provinciale causati da questa scelta della maggioranza: “E’ ruolo del Comune capoluogo quello di prendere posizione in maniera omogenea su temi fondamentali come quello della sanità pubblica, che è di interesse per tutta la Provincia. Questa spaccatura e divisione nel consiglio fa rabbrividire. Ci facciamo del male se non siamo capaci di essere uniti a livello di consiglio comunale perché così non possiamo presentarci all’esterno come portavoce dei bisogni di tutto il territorio bellunese”.

Oltre l’indignazione per questa operazione condotta dai consiglieri di maggioranza, prevale anche l’amarezza di vedere un tema così importante trattato in questa maniera. La scrittura della mozione è stata possibile anche per l’apporto di professionisti del settore che ben conoscono i problemi della sanità bellunese ed è partita da un esplicito invito del sindaco che ricercava collaborazione da parte della minoranza. In Consiglio invece la mozione verrà bocciata in favore di un ordine del giorno proposto dalla maggioranza. Una riduzione sia in termini sostanziali che formali in quanto l’ordine del giorno a differenza della mozione non impegna il sindaco.

Su come si agirà successivamente a questa decisione della maggioranza, i consiglieri di minoranza mantengono il riserbo, annunciando che si vedrà al Consiglio del 31 maggio. A riassumere questa decisione e le ultime vicissitudini del Comune ci pensa il consigliere Rasera Berna (Insieme per Belluno Bene Comune): "Dopo la malaparata sulla questione sicurezza siamo passati dalla stella dello sceriffo alla bandierina del Risiko”.