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Scuola, compiti a casa: in Italia se ne fanno il doppio rispetto ad altri Paesi europei

Mamme e papà alle prese con quesiti e problemi che non sanno risolvere neppure loro si scagliano contro i docenti dei propri figli che assegnerebbero troppi compiti per casa. L'ultima invettiva in ordine di tempo è quella di una mamma palermitana che attraverso un noto social apostrofa in maniera non esattamente carina i docenti del figlio che frequenta la scuola primaria. E per supportare le famiglie adesso scende in campo anche la Lega che attraverso il suo responsabile del Dipartimento istruzione, Mario Pittoni, sostiene la battaglia di migliaia di genitori che non ce la fanno a seguire i figli a casa. Ma cosa avviene negli altri paesi? È vero che maestre e prof italiani assegnano troppi compiti ai propri alunni?

Le proteste

A scatenare la reazione di Emma Guiducci, la mamma che ha postato su TikTok un video contro i professori del figlio, è stato il pianto del bambino di fronte all'enorme mole di compiti, questo riferisce la genitrice, che il figlio non riusciva a svolgere per il giorno dopo. "Voglio sapere da questi maestri se è normale che mio figlio si deve svegliare alle sei e mezzo del mattino e si ritrovi il pomeriggio con tre-quattro compiti da dove fare, senza poter fare sport o altro - dice la mamma furiosa - Che me ne frega che avete venti alunni, ve la dovete vedere voi. Questa è la collaborazione scuola-famiglia?". "A scuola - rilancia qualche giorno dopo Pittoni - va trovato il punto di equilibrio tra progetti e sviluppo del programma, che non può essere scaricato sulle famiglie con i compiti a casa, in troppi casi diventati un incubo che avvelena le giornate di alunni e genitori spingendo a comportamenti poco corretti". Secondo il rappresentante della Lega, i compiti dovrebbero essere svolti "il più possibile in classe, così da non svantaggiare gli studenti che non possono essere adeguatamente seguiti a casa. "Eppure la quasi totalità degli alunni - conclude Pittoni - si ritrova compiti da svolgere dopo l'orario scolastico, spesso assegnati senza neanche controllare quanti per lo stesso giorno ne hanno dati i colleghi".

Negli altri Paesi

Andando a spulciare i dati messi a disposizione delle indagini internazionali sugli apprendimenti degli alunni di scuola elementare e media, sembrerebbe che i docenti italiani assegnino effettivamente più compiti a casa, o da svolgere in proprio, ai propri alunni di quanto non avvenga all'estero. Prendendo in esame l'ultimo dossier pubblicato, il Timss 2919, che indaga sulle competenze in Matematica e Scienze degli alunni di quarta elementare e terza media di 39 paesi di tutto il mondo emergono dati interessanti. Sono gli stessi insegnanti che rispondono, tra le tante domande, a due quesiti: "Quante volte alla settimana assegni i compiti a casa della tua materia? I compiti che assegni quanti minuti di tempo richiedono per essere svolti?". In questo modo è possibile calcolare mediamente quanti minuti a settimana devono stare con la testa sui quaderni gli alunni di quarta primarie e di terza media per affrontare le difficoltà di Matematica e Scienze. Tempi a cui occorre aggiungere quelli di tutte le altre materie. Partiamo dai bambini di quarta elementare. I compiti a casa delle maestre italiane ai propri alunni risultano 3,3 volte superiori a quelli che affrontano i loro coetanei francesi e superiori del 50% di quelli con cui si devono confrontare settimanalmente i bambini spagnoli e finlandesi. Solo i piccoli tedeschi ne svolgono una quantità simile ai loro compagni italiani. In Scienze, sempre in quarta elementare, le cose cambiano poco. Anzi, il divario si incrementa. L'impegno richiesto ai bambini italiani è 8 volte superiore a quello dei piccoli francesi, doppio rispetto ai bambini spagnoli e triplo rispetto a quelli tedeschi. Stesso discorso alla scuola media. Con tempi richiesti in Italia che risultano tre a quattro volte superiori rispetto a quelli previsti per i ragazzini francesi, portoghesi e finlandesi.

Tempo-scuola e compiti

Parlare di compiti (homework) è diverso se gli stessi vengono svolti a scuola o a casa. Perché in parecchi paesi europei, le attività didattiche si protraggono nel pomeriggio e i compiti si possono svolgere a scuola con la supervisione dei docenti. E in Italia? Secondo la banca dati del ministero dell'Istruzione e del merito, su tutto il territorio nazionale le classi di scuola primaria a tempo pieno, con lezioni fino alle 16:00, rappresentano poco più di un terzo del totale: il 38%. E soltanto una su cinque (il 21%) al sud. Quando le lezioni terminano attorno alle 13:00 il peso dei compiti a casa viene scaricato su genitori e nonni o insegnanti privati, per coloro che se lo possono permettere. E alla scuola media la situazione si aggrava. Le classi che offrono attività didattiche anche nel pomeriggio non superano il 10%.