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Sinistra alla ricerca dell'anti Cirio, in piazza spuntano Airaudo e Rivetti

Due sindacalisti, in coppia erano alla testa del corteo sotto la Regione per protestare contro le politiche sanitarie del centrodestra. Uno è leader della Cgil in Piemonte, lei guida i medici dell'Anaao. In picchiata le quotazioni di Saracco

“Questo è un buon inizio, ora andiamo avanti”, declamò il segretario regionale della CgilGiorgio Airaudo, lo scorso 27 maggio alla testa della marcia della Salute che riunendo alcune migliaia di persone e una sessantina di sigle – dai sindacati all’Ordine dei Medici, dalle associazioni di volontariato ai partiti della sinistra – palesò un chiaro e dichiarato attacco alla Regione, dunque al centrodestra, sul terreno di maggior impatto sociale e innegabile core business dell’ente presieduto da Alberto Cirio.

In questo scenario, con ben stagliato sullo sfondo l’appuntamento elettorale del prossimo anno, vanno lette le parole di Airaudo e quelle che seguiranno da altri esponenti politici. La marcia per la sanità pubblica come inizio, impattante anche scenograficamente, della poi non così lunga marcia verso le regionali 2024. E da lì, citando ancora il sindacalista ed ex parlamentare, la sinistra va avanti puntando se non tutto, molto sul tema segnato da mille problemi (non pochi dei quali trascinatisi da un’amministrazione regionale di un colore all’altra di diversa tinta), ma non solo.

Non è un caso che proprio da quella manifestazione, confermandone ulteriormente il tratto smaccatamente politico, uno dei massimi esponenti del Pd nazionale, qual è la vicepresidente Chiara Gribaudo, indichi il bacino da cui attingere la candidatura civica che a detta della parlamentare di stretta osservanza schleiniana “possa essere da prendere seriamente in considerazione”.

Portare sul terreno della salute la battaglia elettorale non stupisce, anzi è difficile da non comprendere come scelta strategica da parte di Pd e alleati. Indicare, più o meno apertamente, il profilo del candidato alla presidenza della Regione come un uomo o una donna che da quel settore provenga è, invece, un bel salto. A prendere alla lettera il pensiero di Gribaudo verrebbe facile ricordare come alla manifestazione partecipò anche Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale e da tempo (prima del cambio di guida al Nazareno) indicato come il più accreditato a raccogliere la sfida delle urne. Ma il disegno è altro, abbastanza usuale nella sinistra alla vigilia di ogni appuntamento elettorale: la ricerca di un papa straniero, di questi tempi ancor meglio se papessa. Tutto molto scontato, soprattutto da parte di quelle componenti che puntano a puntellare con supporti esterni il loro scarso peso interno al partito.

Il nome di Airaudo circola con sempre maggiore frequenza nei ragionamenti di quella sinistra fuori o lontana dal Pd, ormai organica al corso schleinniano. L’ex parlamentare di Sel che nel 2016 scese in campo per le comunali di Torino all’insegna del “né col Pd, né coi Cinquestelle”, con l’innegabile proposito di azzoppare Piero Fassino (poi sconfitto da Chiara Appendino), piace a quella variegata galassia della gauche nostrana che ha nell’ex consigliere regionale e oggi deputato di Alleanza verdi Sinistra Marco Grimaldi, ma non dispiace affatto all’ala dem più vicina a Elly Schlein. La quale, tuttavia, mettendo la testa sul dossier Piemonte, potrebbe tradurre ancor più alla lettera i segnali lanciati dalla sua strettissima collaboratrice piemontese.

Giocare la partita contro il centrodestra non solo sul terreno della sanità, dove da settimane è un crescendo di attacchi, critiche ed esternazioni (a partire dallo stesso Valle), ma addirittura mettendo in campo una figura di quel mondo, tenuto conto che dai riflettori della sinistra sta sparendo in maniera rapidissima l'idea, peraltro a lungo coltivata, di affidare le speranze al rettore del Politecnico Guido Saracco, liquidato da un autorevole esponente dem come un “tecnocrate”.

Un profilo quello "sanitario" che, sempre raccogliendo rumors dalle parti di Pd e compagni, corrisponderebbe a quello di Chiara Rivetti, nome assai noto nel settore con un’innegabile collocazione politica, decisamente a sinistra. Recentemente riconfermata al vertice piemontese del sindaco dei medici ospedalieri, Anaao-Assomed, potrebbe agevolmente coniugare tratto professionale e impegno politico assai vicino con quello movimentista del nuovo corso dem. In prima linea sul fronte delle questioni più scottanti della sanità, da quello del personale al rapporto tra pubblico e privato con una decisa posizione contro l’espansione di quest’ultimo, puntuale nell’intervenire, spesso a testa bassa, contro le scelte dell’attuale gestione regionale, un vero e proprio mastino sempre pronto a mordere, Rivetti rappresenta  la punta più barricadera dei sindacati del settore. Poi, l’essere donna, resterebbe comunque un ulteriore atout, ancor più per un partito la cui segretaria intende presentare alle concomitanti europee capolistature femminili. 

Lei, per rendere l’idea, dice di cascare dalle nuvole: “Non ci ho mai pensato e non è nelle mie ambizioni e non so neppure se avrei le capacità. Sono segretaria di un sindacato che rappresenta iscritti di diversi orientamenti e si muove apoliticamente, non abbiamo mai fatto e non facciamo sconti né a destra, né a sinistra”, dice allo Spiffero. Ma aggiunge che “è un fatto positivo e mi fa piacere che si metta la sanità al centro, che se ne parli, anche se poi non bisogna fermarsi alle parole. Per il resto di questa ipotesi non ne ho mai sentito parlare, non sono stata contattata da nessuno”. Magari, non ancora.