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Soldi al "generale Brooks" del quale erano innamorate: truffe affettive online a decine di pensionate

Arrestata una 56enne di Formia e 7 cittadini nigeriani, tutti dotati di partita Iva e facenti parte di un "call centre" che raggirava donne agganciate su Facebook

Soldi al 'generale Brooks' del quale erano innamorate: truffe affettive online a decine di pensionate

(Foto Ansa)

TiscaliNews

Si chiamano truffe affettive, vengono perpetrate sui social o via mail e hanno come vittime donne e uomini che, nell'arco anche di anni, vengono privati delle loro risorse. Quella raccontata dal Corriere della sera nell'edizione di oggi è particolamente fastidiosa perché ha colpito decine di donne ultrasessantenni che hanno perso molti dei loro risparmi, ceduti al fantomatico "generale Brooks", presunto militare dello Us Army, conosciuto in chat e di cui erano follemente innamorate. "Voglio passare tutta la vita con te, ti darò il figlio che non hai mai avuto. Ma adesso ho bisogno di soldi: sono in missione in Siria, per congedarmi dall’esercito devo pagare il mio governo", diceva il presunto militare a una donna che aveva agganciato su Facebook e alla quale era riuscito a estorcere denaro dietro l'inganno della necessità di riscattare se stesso dalla vita in divisa per potersi riunire a lei.

Era tutta una truffa, come tante altre erano state imbastite da una associazione per delinquere che gestiva un vero call centre, scoperta a seguito di un'indagine della polizia postale che ha portato all'arresto di una 56enne di Formia, Natalina Napoletano, e sette cittadini nigeriani, tutti dotati di partita Iva, residenti a Roma. Erano questi ultimi a incassare i bonifici e i versamenti indirizzati al generale Brooks che poi giravano su conti esteri. Le donne truffate sono state in tutto 32 e 400 mila euro i soldi sottratti loro tra il 2015 e il 2018. 

Vittime innamorate e intenerite che mandavano soldi

Le vittime, per lo più ultra 65enni, venivano avvicinate su Facebook e qui cadevano avviluppate in storie sentimentali fasulle che in breve tempo le portavano a mettere mano al portafoglio. Le storie imbastite erano le più struggenti, ma diremmo anche efficaci proprio per la loro banalità, come la necessità di ricevere soldi utili per potersi licenziare e raggiungere l'amata, ma anche per poter mangiare, oppure per sostentare un figlio, studente in un college, malato o magari appena morto. Storie spesso strappalacrime capaci di far leva sull'indole affettiva o il senso materno, capaci di mantenere la vittima in uno stato di soggezione e in attesa di poter incontrare "l'amato", riuscendo a innescare il meccanismo alla base della truffa.

Ma il gioco a un certo punto non ha più retto e nove donne, insospettite, si sono rivolte alla polizia. Che ha scoperto i raggiri e arrestato le otto persone. "Attenzione al testo delle chat: spesso è in un italiano sgrammaticato, frutto di traduzioni automatiche", avvisa la Postale che mette in allarme contro un fenomeno sempre più diffuso.