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Superbonus, si vota. Cessioni dei crediti, c’è la soluzione. Giorgetti: detrazioni fino a 20 anni

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Chi non ha concluso il contratto entro il 31 marzo potrà fare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il 30 novembre, pagando una sanzione

27 marzo 2023

Sportello superbonus: le novità in arrivo e gli effetti della direttiva green

Il lavoro sugli emendamenti riformulati è alle battute finali: alle ore 14 la commissione Finanze della Camera è convocata per riprendere le votazioni e concludere l’esame del decreto superbonus (Dl 11/2023). Per consentire a governo e maggioranza di trovare le ultime intese, il testo è atteso in Aula con qualche giorno di ritardo rispetto al calendario originario: l’approdo è fissato per mercoledì. Tra le novità potrebbe esserci di tempi più lunghi per le detrazioni: «Fino a venti anni» ha annunciato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Una proroga per le cessioni 2022

Per salvare le cessioni e gli sconti in fattura relativi alle spese effettuate nel 2022, un emendamento riformulato del relatore, Andrea de Bertoldi (FdI), consente per chi non abbia concluso il contratto di cessione entro la scadenza di venerdì 31 marzo di effettuare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate con la “remissione in bonis”: ovvero, entro il 30 novembre, pagando una sanzione di 250 euro. Una soluzione per evitare che centinaia di milioni di euro vadano in fumo in base a un termine che era stato fissato dall'ultimo decreto Milleproroghe.

La riapertura dei termini sarà disponibile solo per le cessioni effettuate a favore di banche, società appartenenti a gruppi bancari, intermediari finanziari e assicurativi. Escluse le cessioni a privati. Così come le cessioni effettuate da imprese che hanno concesso lo sconto in fattura.

Crediti incagliati

Si cerca in queste ore la soluzione al nodo dei crediti incagliati. Da un lato il ministero dell’Economia continua l’opera di moral suasion verso banche, assicurazioni e società partecipate. Dall’altro si lavora sulle ipotesi da inserire nel decreto da abbinare alla riapertura delle banche: l’eventuale ricorso agli F24, dopo un approfondimento su meccanismi e ricadute, sembra ormai esclusa. Resta in piedi la possibilità per le banche che non sono riuscite a esaurire i crediti di convertirli in Btp a 10 anni.

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Spalmacrediti a dieci anni solo per banche e imprese

Con il pacchetto delle ultime riformulazioni sembrava tramontata l’ipotesi per i contribuenti di poter recuperare in 10 anni, anziché in 4, la detrazione del superbonus. Una misura per sostenere chi ha redditi bassi e non abbastanza capienza fiscale per recuperare tutto. Nel pacchetto di emendamenti riformulati al decreto superbonus questa possibilità viene prevista solo per banche e imprese che hanno acquistato i crediti.