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Ue, trovato l’accordo sulla riforma del diritto d’asilo. Migranti rimpatriati anche nei Paesi di transito: “Ma solo se sono sicuri”. L’Italia vota a favore

LUSSEMBURGO. Dopo una lunga giornata di trattative, scontri e tensioni, è stato trovato un accordo sulla riforma del diritto d’asilo che era in discussione al tavolo dei ministri degli Affari Interni. Un'intesa storica che ora dovrà essere negoziata con il Parlamento europeo per il via libera definitivo, ma lo scoglio più alto sembra ormai superato.

Dopo aver espresso perplessità per quella che aveva definito "una proposta destinata a fallire", nel tardo pomeriggio il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi aveva annunciato la contrarietà dell'Italia alla nuova bozza di compromesso finita sul tavolo dopo le trattative bilaterali con la collega tedesca. «Ci sono stati progressi, ma ancora non basta», aveva avvertito il ministro, mentre altri nove Paesi si erano schierati contro il testo (Lituania, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria, Malta, Austria, Danimarca e Grecia), confermando il loro “no” oppure la loro astensione. Ma la presidenza svedese ha deciso di non gettare la spugna e avviato i negoziati alla ricerca di un nuovo compromesso.

Verso le 20 i Paesi hanno trovato un'intesa sul punto più critico che aveva diviso in particolare l'Italia e la Germania, vale a dire la possibilità di rimpatriare i migranti "irregolari" non nei loro Paesi di origine, ma anche nei Paesi di transito, a patto che siano considerati "sicuri", grazie al concetto di "connessione". A quel punto è stata convocata nuovamente la sessione plenaria per il voto definitivo a maggioranza qualificata. L’Italia ha votato a favore.

I ministri si sono ritrovati oggi in Lussemburgo per cercare una posizione comune su due diversi regolamenti, uno che riguarda la gestione dell’asilo e l’immigrazione, e che introduce meccanismi di solidarietà, l'altro che riguarda le procedure per l’esame delle domande d’asilo e che prevede maggiori responsabilità per i Paesi di primo ingresso. Sul primo fronte, la proposta prevede per tutti gli Stati l’obbligo di contribuire, ma la facoltà di scegliere tra ridistribuzione e contributi finanziari: chi non intende accogliere dovrà pagare 20 mila euro a migrante. Sul fronte della responsabilità, vengono introdotti nuovi obblighi per gli Stati di primo approdo. L’esame delle domande d’asilo dei migranti che arrivano da Paesi con un tasso di riconoscimento inferiore al 20% dovrà essere effettuato attraverso una “procedura di frontiera” e concludersi entro 12 settimane.

Viene inoltre esteso il periodo durante il quale uno Stato ha la responsabilità dei migranti arrivati sul suo territorio: 24 mesi contro i 12 attuali. Piantedosi ha chiesto di mantenere il periodo a 12 mesi almeno per quelli salvati in mare con le operazioni di ricerca e soccorso. Richiesta che sarebbe stata accolta.