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Un nuovo organismo etico per l’Ue

È dall’inizio del mandato che la Commissione europea lavora a un nuovo organismo etico da allargare alle altre istituzioni europee. Se ci ha messo tanto è perché all’inizio ha incassato molti «no», ha spiegato la vicepresidente con delega ai Valori e alla Trasparenza Věra Jourová. Così ha cambiato approccio, consultando prima di tutto i nove aderenti. Oltre a Commissione, Parlamento, Consiglio europeo e la sua presidenza, parteciperanno la Corte di Giustizia dell’Unione europea, la Banca centrale europea e i comitati Economico e Sociale e delle Regioni (gli ultimi due erano anche stati gli unici a rispondere subito di sì a Jourová).

«La fiducia delle persone non è scontata, dobbiamo meritarla», ha detto la commissaria presentando la proposta. I nuovi standard sono però ancora da scrivere: dovranno concordarli le nove istituzioni, appunto, per poi introiettarli nelle loro regole interne, prevedendo opportune sanzioni in caso di violazioni. L’ente non è previsto nei Trattati, scaturirà da un accordo inter-istituzionale. «Come tale sarà molto difficile vedergli fare indagini, perché i metodi intrusivi hanno bisogno di essere autorizzati dalla legge, ma non escludo possa accadere in futuro», ha chiarito Jourová in conferenza stampa.

La parte di enforcement, insomma, sarà delegata agli enti. A luglio è previsto il primo incontro di alto livello con i rappresentanti, poi cominceranno le valutazioni a porte chiuse. Esaurite le verifiche tecniche, che non hanno tempistiche precise, la proposta assegna nove mesi di tempo affinché il nuovo organismo diventi operativo. Nel primo trimestre andranno scelti i rappresentanti (in un segretariato di tre componenti con un budget di seicentomila euro l’anno), nei sei mesi successivi andranno fissate le norme: per esempio sulle nomine, sulle dichiarazioni di interessi e i redditi, sui secondi lavori e quelli alla fine del mandato.

«Ci sono circostanze che rendono i crimini più facili: questa proposta vuole ridurle al minimo, contro gli abusi del sistema», ha concluso la vicepresidente. Stiamo entrando nell’anno elettorale, la Commissione si è concentrata su una bozza di testo su cui conta di raccogliere in fretta consenso perché entri in funzione velocemente. Ma se sono nove solo i mesi per disegnare l’assetto dell’Ethics Body – e così si arriva virtualmente già a ridosso delle urne o in piena campagna – molto dipenderà dalle tempistiche delle istituzioni.

Conciliarne nove potrebbe non essere semplicissimo. Il Parlamento europeo ha già espresso alcune critiche, in particolare da parte dei liberali di Renew Europe che considerano la proposta non all’altezza e avrebbero voluto un organismo con poteri e strumenti più incisivi. Su una posizione simile si collocano Verdi e un pezzo dei Socialisti, mentre una versione soft potrebbe essere apprezzata dai Popolari, scettici su quelle che ritengono «interferenze» sul mandato degli eurodeputati.